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17 Settembre 2008 - Conferenza stampa
"Sfida senza regole - Righteous Kill"
Intervista al cast e al regista.
di Diego Altobelli
Nella vita di un redattore che si divide tra ufficio, anteprime, qualche festival e conferenze stampa, in realtà ci si abitua presto a incontrare gente famosa, i cosiddetti Vip. E' raro emozionarsi veramente davanti quei volti e quei personaggi che solo fino a qualche anno prima ammiravi in pellicole da videocassetta o nei cinema, magari accompagnando la visione con una bella razione di popcorn e una buona compagnia.
Questa volta però, il cuore ha sussultato davvero.
Nel momento in cui i divi Robert De Niro e Al Pacino hanno fatto la loro entrata nella sala adibita per le conferenze stampa dell'hoter Hasler di Roma. Un momento toccante, condito con un applauso sentito e una standing-ovation. I due, scambiandosi un'occhiata complice, hanno dapprima sorriso con aria di gratitudine e poi dato il via alle danze. Adombrando pure il buon regista Jon Avnet, che comunque ha saputo stare al "gioco".
Al Pacino, quanto è stato influenzato dai suoi personaggi?
Al Pacino: Sinceramente? Più di quanto mi piacerebbe sapere! E mi piace interpretare ruoli dai con personalità chiaroscurali. Recitare mi permette da sempre di indagare su quelli.
La rivedremo presto alla prossima Festa del Cinema di Roma: che sensazione le dà ricevere il Marco Aurelio alla carriera?
Al Pacino: Credeteci o meno, sono davvero emozionato e non vedo l'ora di riceverlo. E' un grande onore ed è anche un sostegno per tutto l'Actor Studio.
All'inizio della vostra carriera ci fu più piacere o più paura del confronto?
Al Pacino: Devo dire che lavorare con Bob è sempre stato un piacere. E' una persona di grande sensibilità e anche molto generosa. Raramente capita di incontrare un attore che sa capire i ruoli così a fondo, e lui è una di queste. Ovviamente, inutile nasconderlo, quando eravamo più giovani ci trovavamo in situazioni più competitive.
Robert De Niro: Ho sempre avuto grande rispetto per Al. C'è stato un periodo in cui persino ci scambiavamo parecchie idee… Mi sarebbe piaciuto fare più film con lui.
Al Pacino: Quando ci si afferma come attori in giovane età è difficile rimanere con i piedi per terra. Il fatto di avere vicino un uomo con questa stessa prospettiva ti può aiutare molto. E' come condividere problemi di cui non puoi parlare con nessuno.
Avete mai pensato di invertire i ruoli in questo film?
Al Pacino: No, e non oso pensare di fare una cosa del genere. Anche perché i ruoli ci sono stati assegnati dal lavoro di sceneggiatura.
Robert De Niro: Chissà, magari se fosse stato Al ad incontrare Jon prima, forse sarebbe successo proprio così. Ci saremmo ritrovati con i ruoli invertiti.
Che rapporto avete con questo lavoro oggi?
Al Pacino: Come attori è nostro dovere cercare ruoli nuovi e interessanti. Io mi divido anche con il teatro che ti offre ruoli spesso interessanti. Infatti, ormai amo considerarmi un "attore di teatro prestato al cinema".
Robert De Niro: A volte capitano ruoli molto buoni, ma non sempre è così. Come Al anche a me piace lavorare oramai su progetti a lunga scadenza. Aspettando, studiando bene ogni particolare per avere poi la certezza di fare una cosa buona. Forse nel tempo, guardandomi indietro, mi sarebbe piaciuto essere più ponderato.
Quanto è difficile per voi trovare uno script interessante e adatto a entrambi?
Al Pacino: E' sempre difficile trovare film che ispirano a lavorare e ancor più rari sono quelli che ispirano a farlo insieme. Questa volta però il soggetto sembrava buono e quando mi è stato proposto ho accettato subito.
Robert De Niro: Abbiamo sempre voluto fare film insieme. Speriamo di non dover aspettare altri quindici anni per il prossimo!
Cosa rappresenta oggi per voi lavorare insieme e condividere un set?
Robert De Niro: A questo film mi sono avvicinato per primo. Inizialmente la sceneggiatura prevedeva un poliziotto anziano affiancarsi ad uno più giovane. Poi ho chiesto personalmente ad Avnet di rivedere la coppia di protagonisti e ho fatto il nome di Al. Ne è stato subito entusiasta.
Cosa avete imparato l'uno dall'altra nel lavorare insieme?
Robert De Niro: Certamente il nostro rapporto ha influenzato le nostre performance. Ci siamo sempre trovati bene, comunque…
Jon Avnet: E' bello vederli lavorare insieme perché entrambi reagiscono e interagiscono di continuo. Facendo un paragone: è come vedere Coltrane e Miles suonare insieme!
Questo film ha una natura molto newyorchese e statunitense in genere, ma al di la di poche scene potrebbe essere ambientato in qualunque tempo. Quale America voleva rappresentare?
Jon Avnet: Inutile dire che questo per l'America è un periodo nero. Questo film vuole riflettere i tempi attuali. Ritengo che in molti di noi giri per la testa un desiderio intimo di farsi giustizia da soli. Volevo rappresentare questo desiderio e portarlo alle estreme conseguenze. Al e Robert erano perfetti a rappresentare sullo schermo questo intima pulsione newyorchese.
Alla fine i due divi si alzano, salutando con un cenno i presenti e preparandosi al contempo all'assalto dei molti che mirano con tenacia a un loro autografo.
Malgrado la pellicola interpretata valga appena una sufficienza, rimane la sensazione di aver assistito all'incontro di due giganti. E la speranza che questo avvenga, di nuovo, molto presto.
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