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24 Febbraio 2012 - Conferenza
"Posti in piedi in paradiso"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio
In occasione dell'uscita di "Posti in piedi in paradiso", che lo vede protagonista insieme a Marco Giallini e Pierfrancesco Favino, Carlo Verdone, affiancato dal cast del film, ha incontrato a Roma la stampa.
L'elemento che maggiormente colpisce di questo film è la fratellanza tra i tre protagonisti, che non si conoscono…
Carlo Verdone: Diciamo che gli attori, nell'incarnare i personaggi, hanno avuto grande senso della misura, comunque già presente nella scrittura del film, quindi la parte comica, alla fine, è legata alla convivenza nella casa.
Anche i personaggi femminili non sono molto cattivi…
Carlo Verdone: Sarebbe stato troppo facile rappresentare le donne come carnefici. Mi piacerebbe che il mio film facesse riflettere qualche coppia sul fatto che queste liti portano soltanto disastri a genitori, ex genitori e anche figli.
A questo punto, sentiamo cosa ha da dire Micaela Ramazzotti.
Micaela Ramazzotti: Il mio personaggio è una cardiologa psicolabile, buffa, vessata dagli uomini e che trova in Carlo la gentilezza, perché la ascolta. Quindi, alla fine, anche se frivola riesce ad aiutare Carlo nel rapporto con la figlia e, dalla frivolezza, si passa alla saggezza.
Anche in paradiso si sta in piedi o è un paradiso italiano?
Carlo Verdone: Essendo molto sfortunati nella vita, i tre protagonisti andranno sicuramente in paradiso, ma troveranno solo posti in piedi. Comunque, il titolo è venuto fuori perché giravo intorno alla parola "paradiso" e un giorno, mentre entravo al cinema "Eden" di Roma, ho sentito la cassiera che diceva ai presenti "Solo posti in piedi, signori", che non si dice più perché ora si usa "Posti esauriti". Questo suo errore mi ha aperto un mondo.
Che poi, questi tre protagonisti rappresentano un po' l'Italia…
Carlo Verdone: Rappresentano sicuramente una parte degli italiani, in un momento di difficoltà come questo. Il film è una tragicommedia, un po' come "Tutti a casa" di Luigi Comencini, ma ce ne sono anche altri così. La commedia offre la grande opportunità di raccontare le tragedie meglio dei film drammatici.
Quest'anno Pierfrancesco Favino lo abbiamo visto in una serie di film di diverso genere e alle prese con tre diversi personaggi…
Pierfrancesco Favino: Io sono molto contento che il nostro cinema abbia il coraggio di attingere a piene mani dalla realtà con film e registi così diversi. Personalmente, sono molto orgoglioso di essere presente nel nostro cinema con personaggi così diversi tra loro e sono molto contento di far parte di questo film, perché, prima di fare l'attore, ero uno di quelli che imparavano a memoria le battute di Carlo e mi organizzavo con i compagni di scuola per andare al cinema a vedere i suoi film.
Carlo Verdone: Io volevo chiudere ricordando che ieri od oggi sono esattamente trent'anni che uscì nei cinema "Borotalco". Per me si tratta di un sogno, perché all'epoca non avrei mai pensato che la mia carriera sarebbe durata così tanto. Vorrei ringraziare Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, che mi hanno insegnato come si scrive un film, poi anche Mario Cecchi Gori, che ha continuato a credere in me anche quando tutti pensavano che avevo esaurito le mie cartucce. Nei miei film cerco sempre di darvi qualcosa di diverso.
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