31 Maggio 2006 - Conferenza Stampa
"Poseidon"
Intervista a Wolfgang Petersen e il cast di Poseidon.
di Francesco Lomuscio


La catastrofica avventura della nave da crociera Poseidon, raccontata su pellicola nel 1972 da Ronald Neame, torna ora nelle sale cinematografiche con Poseidon, rifacimento ad opera di Wolfgang Petersen. Approdato a Roma in occasione della distribuzione italiana del film, il regista ha incontrato la stampa affiancato dagli attori protagonisti.

Signor Petersen, la sua vasta filmografia, oltre a questo nuovo Poseidon, comprende, tra gli altri, U - boot 96 e La tempesta perfetta. Come mai questa fascinazione nei confronti del cinema legato all'acqua?
Wolfgang Petersen: Credo che ciò possa essere riconducibile al fatto che sono cresciuto ad Amburgo, dove ho subito la fascinazione nei confronti dell'acqua. Comunque, credo che sia una cosa divertente trasformare l'acqua in un cattivo.

Quale è il rapporto tra questo film e l'originale del 1972? Ed un film come Titanic può aver cambiato il modo di affrontare questo genere di pellicole?
Wolfgang Petersen: Il film originale mi piace tantissimo: la metafora del mondo che si rovescia a testa in giù credo che sia una cosa fantastica su cui lavorare. Ovviamente, poi, quando fai un lungometraggio come questo pensi a Titanic, secondo me un film fantastico diretto da James Cameron, ma Poseidon è diverso, in quanto racconta una storia corale di sopravvivenza, non quella d'amore tra due persone.

Quale è stata la parte più difficile del film?
Wolfgang Petersen: Oggi gli effetti speciali sono ad un livello tale che puoi fare veramente ciò che vuoi. Però, nel caso della fantascienza un effetto può tranquillamente apparire come realizzato tramite il computer, in Poseidon no, perché il contesto affrontato è reale, quindi il CGI deve consentire di far passare per veri elementi in realtà ricreati digitalmente.
Josh Lucas: Ci sono stati momenti in cui pensavo di affogare, le difficoltà le abbiamo trovate tutti, ma questo è l'aspetto più affascinante del film. Una volta sono dovuto anche andare in ospedale, perché nell'acqua c'erano anche relitti ed altri frammenti pericolosi.

Da dove deriva il suo senso dell'intrattenimento tipicamente hollywoodiano, in possesso di pochi altri registi come Roland Emmerich e Luc Besson?
Wolfgang Petersen: Lavoro a Hollywood da molto tempo, ma da ragazzino, in Germania, dedicavo la metà del mio tempo a guardare i film al cinema e quelli che più mi affascinavano erano americani, come quelli di John Ford, ad esempio. Poi ho iniziato a lavorare in Germania, ma non potevo non andare a Hollywood, considerando il mio tipo di cinema. E' vero che lavoro su argomenti americani, ma ho girato anche film come Troy e, appunto, Poseidon, i quali affrontano tematiche universali.

Signor Russell, lei ha lavorato con molti registi di film d'azione, tra i quali il già citato Emmerich; ha trovato di volta in volta differenze?
Kurt Russell: Tutti i registi lavorano in maniera diversa, anche se presentano elementi che li assimilano tra loro; per esempio, Wolfgang è unico, in quanto porta ad un livello di sensibilità maggiore rispetto ad altri registi, e volevo lavorare con il responsabile di un film fantastico come U - Boot 96, non m'interessava niente di interpretare Poseidon. Dopo 45 anni, ci sono diversi motivi per cui faccio film, uno è essere diretto da un regista così!

In che modo avete incarnato i personaggi?
Mia Maestro: Beh, quando si fa un film come Poseidon sappiamo benissimo che il focus sarà riservato agli effetti speciali. Abbiamo cercato di rendere la situazione il più possibile realistica, per far sì che lo spettatore s'immedesimasse, ed è stato duro mantenere la continuità nei cinque mesi di lavorazione.
Josh Lucas: Più che recitare, molto spesso reagivamo alle situazioni; l'importante in questo film è per me guardare ai protagonisti attraverso i loro sguardi silenziosi.
Jacinda Barrett: Sono d'accordo sul fatto che i set dettano lo sviluppo dei nostri personaggi; spesso Wolfgang ci consentiva d'improvvisare nella scena.
Emmy Rossum: Wolfgang m'inviò la sceneggiatura pochi mesi dopo lo Tsunami e ciò mi fece sentire molto responsabile nei confronti del lavoro che avrei dovuto svolgere. Mi sono molto documentata, ho perfino ascoltato la registrazione delle disperate urla di una persona imprigionata in una delle due Twin Towers.
Kurt Russell: Sono assolutamente d'accordo; la cosa che bisogna chiedere è se sono gli effetti speciali che vi influenzano oppure no. Il nostro lavoro si fa principalmente per soldi, per vivere, ma cerchiamo sempre di farlo nel migliore dei modi, come credo anche voi giornalisti, quando state seduti con la penna in mano, e se non foste pagati per farlo non lo fareste.
Mike Vogel: A volte non siamo neanche pagati (ride).

Mike, come è stato lavorare con Josh Lucas e Kurt Russell?
Wolfgang Petersen: : Mi piace parlare di questi due (ride), tizi che non sappiamo alla fine cosa faranno, mi piace tutta la loro serie di caratterizzazioni. Il personaggio di Josh potrebbe essere un ottimo modello per il futuro, per come si comporteranno le movie - star.
Mike Vogel: : La bellezza di lavorare con due attori come Kurt e Josh è per me individuabile nel fatto che, in un mondo cinematografico come quello di oggi in cui tutti si comportano male, incontri persone come loro, le quali, sebbene amino il lavoro che svolgono, una volta terminato tornano a casa dalle rispettive famiglie.

Jacinda, puoi parlarci del rifacimento americano de L'ultimo bacio?
Jacinda Barrett: Sì, l'ho girato contemporaneamente a questo film; l'originale italiano lo vidi al cinema e me ne innamorai subito, è diventato uno dei film più importanti della mia vita, dissi io alla produzione di acquistarne i diritti. Il rifacimento è molto fedele al film italiano, ma presenta qualche modifica nel finale. Inoltre, il regista (Gabriele Muccino, n.d.a.) sta ora lavorando bene ad Hollywood.

Signor Russell, lei è un attore d'azione; le cominciano a pesare gli anni o i suoi pesano più a Hollywood?
Kurt Russell: Accetto la sua discrezione, ma la ringrazio. Ho fatto molti film d'azione, ma Poseidon credo che sia più un film di suspense; sono rimasto sorpreso dalla prestazione fisica delle ragazze, in particolar modo di Emmy.

Quanto vi diverte andare contro i cliché delle classiche damigelle in pericolo?
Mia Maestro: Per quanto riguarda il mio personaggio, posso proprio dire che va contro questi cliché, in quanto è una clandestina senza soldi che passa una notte con un ragazzo e decide di salpare con lui, ma fa parte di una minoranza, anche perché si trova su una nave americana.
Jacinda Barrett: La priorità del mio personaggio è quella di proteggere e salvare il figlio, quindi quella di fare la madre.
Emmy Rossum: Per me affrontare questo film è stato molto emozionante, mi piace il fatto che qui è la ragazza a dover salvare il suo fidanzato; però si tratta di donne reali, né deboli, né forti come Lara Croft.

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