Poseidon
La macchina da presa si trova sott'acqua, ma il film che stiamo per vedere non è Lo squalo di Steven Spielberg; improvvisamente si solleva per rivelare una nave e girarvi attorno, ma non si tratta del Titanic, quindi le immagini a cui stiamo assistendo non provengono neppure dall'omonimo successo diretto nel 1997 da James Cameron. Allo spuntare di una figura umana maschile che fa jogging sul ponte, viene quasi da pensare che i 24 fotogrammi al secondo che scorrono sullo schermo possano appartenere al nuovo capitolo di Rocky, il personaggio in questione, però, non sembra avere le fattezze di Sylvester Stallone. Quello a cui abbiamo appena assistito altri non è che l'incipit di Poseidon, ultima fatica del prolifico Wolfgang Petersen, tratta da un romanzo di Paul Gallico, già portato sullo schermo nel 1972 da Ronald Neame con il classico dei disaster movies L'avventura del Poseidon (senza contare il tv - movie Poseidon di John Putch, del 2005).
Al centro della vicenda abbiamo la lussuosa imbarcazione che dà il titolo al lungometraggio, la quale, in viaggio durante la notte di Capodanno nell'Atlantico del Nord, viene scaraventata da Petersen nelle grinfie di un'onda anomala di oltre 45 metri di altezza, senza perdere tempo, già dopo appena dieci minuti di visione. E, a partire dal massacro in discoteca che, con tanto di pericolosi cavi elettrici vaganti, non può fare a meno di richiamare alla memoria il ballo di Carrie - Lo sguardo di Satana (1974) di Brian De Palma, incuriosisce non poco la struttura da slasher - movie a cui il regista sembra ricorrere. Ben presto, infatti, come nel film di Neame, troviamo una manciata di sopravvissuti intrappolati all'interno dell'imbastimento capovolto, evidente allegoria relativa al rovesciamento del mondo: il giocatore d'azzardo di professione Dylan Johns (Josh Lucas), Maggie (Jacinda Barrett) ed il figlio di soli nove anni Conor (Jimmy Bennett), una passeggera clandestina (Mia Maestro), un giovane cameriere (Freddy Rodriguez), un omosessuale sentimentalmente deluso ed aspirante suicida (Richard Dreyfuss), il fastidioso Larry (Kevin Dillon) e Robert Ramsey (Kurt Russell), in cerca della figlia Jennifer (Emmy Rossum) e del suo fidanzato Christian (Mike Vogel). Tutte potenziali vittime pronte per essere divorate dall'acqua, un mostro decisamente più potente e temibile di un qualsiasi Jason Voorhees o Freddy Krueger, concreta immagine di una natura ribelle pronta ad attuare il suo insindacabile Giudizio Universale nei confronti dei peccaminosi esseri umani, che si tratti di gay, neri, ricchi o poveri. E Petersen, che in fatto di (dis)avventure in alto mare si era già saputo distinguere con U - Boot 96 (1981) e La tempesta perfetta (2000), supportato dal notevole cast tecnico - artistico, che annovera, tra gli altri, lo scenografo William Sandell (Blu profondo), il direttore della fotografia John Seale (vincitore del Premio Oscar per Il paziente inglese) ed il supervisore agli effetti visivi Boyd Shermis (Face/Off), sfoggia tutta l'esperienza acquisita nel corso della quasi quarantennale carriera cinematografica tramite i riusciti momenti di tensione, tra i quali merita la citazione il tortuoso attraversamento del condotto dell'aria.
Poco importa, quindi, se la psicologia dei personaggi è appena abbozzata e se l'ironia presente in alcuni dialoghi finisce spesso per risultare fuori luogo nel contesto della tragica situazione raccontata, in quanto Poseidon, pur senza eccellere, risulta perfettamente in grado di garantire 98 godibili minuti qualitativamente al di sopra della media, non privi di inaspettati picchi di cattiveria degni di un Paul Verhoeven (ne è un tipico esempio la violenta sequenza dell'ascensore) ed in possesso dell'ulteriore pregio di non scadere mai in esagerazioni gratuite ed eccessi difficilmente credibili, tipici dei blockbuster hollywoodiani.
D'altra parte, la domanda sorge spontanea: lo spettatore va al cinema a vedere questo genere di film per soffermarsi ad ascoltare i dialoghi o per emozionarsi dinanzi alle sequenze spettacolari?

La frase: "L'unica cosa che non manca qui è l'acqua"

Francesco Lomuscio

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