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29 aprile 2005 - Conferenza stampa
"Non aver paura"
Intervista al cast del film.
di Ilaria Ferri
Un'insolita introduzione precede la proiezione del film: la cantante(esordiente?) Manuela Zanier, interpreta dal vivo la canzone "Non rispondi", sottofondo dei titoli di coda del film, che può far pensare alla "Almeno tu nell'universo" interpretata da Elisa qualche anno fa, e presente nella colonna sonora di "Ricordati di me" di Muccino, ma con la quale ogni paragone è quanto meno azzardato…
Altro punto comune col film di Muccino, è la partecipazione di Laura Morante, sempre splendida, presente in sala insieme ad Alessio Boni, Cesare Adolfo Bocci, i giovani Marco e Andrea Ragno, il co-sceneggiatore Massimo Sgorbani, i produttori Fulvio Lucisano e Gianfranco Piccioli e un orgoglioso Angelo Longoni che giustifica il ritardo della moglie Eleonora Ivone, intenta ad accudire la loro secondogenita neonata.
Angelo Longoni: Non avere paura è la storia di un conflitto e di chi ne fa le spese, ovvero le persone più fragili: i bambini, in questo caso Luca, che non avendo nessun appoggio nei genitori, inventa un alter ego immaginario col quale confrontarsi, farsi coraggio nei momenti difficili e affrontare le sue paure. Negli ultimi anni i motivi per avere paura si sono moltiplicati, i protagonisti del film hanno paura dell'ignoto, di perdere il figlio. La paura altera le facoltà mentali, tanto da far temere il quotidiano e ingigantire le impressioni e i timori, infatti "il maniaco", Angelo, non minaccerà mai veramente il bambino, ma una serie di coincidenze inganneranno la percezione della realtà dei nostri personaggi.
(Agli attori) Non avete avuto paura di eccedere recitando?
Laura Morante: No, bisognava rendere credibili i conflitti, non ho avuto paura di esagerare con gli isterismi di Laura, e poi dopo le urla del film di Muccino… (risate ndr)
Alessio Boni: Non ho avuto paura di odiare troppo, perché l'odio provato nel film è una piccolissima parte dell'odio che c'è nel mondo e poi il mio personaggio vive uno dei maggiori drammi che un uomo possa vivere: lo sgretolamento della propria famiglia, il tradimento della moglie, l'allontanamento dal figlio; ha perso tutto e cerca una rivincita riavendo con se il bambino. Mi piace molto la dicotomia tra rabbia e dolcezza verso il figlio, che lo caratterizza.
Nel film sono presenti temi disturbanti: violenza familiare, pedofilia, quale vi ha colpito di più? Quale è stato il più difficile da rappresentare?
Angelo Longoni Sono stato contento di trattare questi argomenti difficili, era proprio ciò che desideravo, perché troppo spesso nel cinema italiano c'è la tendenza ad edulcorare certi temi stemperandole con la commedia, nel cinema americano, per esempio, gli autori tante remore non se le pongono, si mostra di tutto.
Alessio Cesare Bocci: E' giusto parlare spesso di questi temi! Non va bene parlare in televisione di pedofilia solo quando succede qualcosa di brutto! Per me ricoprire il ruolo di Angelo non è stato difficile o imbarazzante, anche se pronunciavo battute un po' esplicite, perché ho affrontato una situazione simile portando a teatro per lungo tempo il "Monologo di un pedofilo".
Angelo Longoni: E poi questo non è un film sulla pedofilia, il personaggio di Angelo non è un vero e proprio pedofilo, è più un sadico moralista, che trae piacere nel far soffrire madri, che per un motivo o l'altro lavorano, nelle hot-line come Laura. Tutta la vicenda nasce dagli equivoci e dalle bugie. I genitori raccontano bugie al figlio, fingono che vada tutto bene, ma continuano a litigare furiosamente, il bambino chiaramente capisce che mentono ma non ha aiuto da loro, e lo cerca in se stesso,scindendosi.
Quali sono le paure di oggi? E da cosa dipendono?
Angelo Longoni: le paure nella nostra società sono tantissime: dalla bomba atomica, all'11 settembre, alla paura verso chi è diverso da noi, e la paura è amplificata anche dalla nostra immaginazione!
Massimo Sgorbani: molte paure vengono anche dalla consapevolezza che i mezzi di protezione non sono sufficienti, come nel film Laura non riesce a proteggere e allontanare il figlio dal pericolo.
Laura Morante: Il pericolo è nella paura, che rende la persone manipolabili, nel film tutti sbagliano perché hanno paura. Anche i due genitori che mentono, mentono pensando di fare bene, ma la paura è solo una cattiva consigliera.
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