Sole a catinelle

"Miss Peregrine - La Casa dei Ragazzi Speciali"

Intervista al regista Tim Burton.


di Sara D'Agostino06 dicembre 2016



Tim Burton, senza dubbio uno dei cineasti più originali e visionari, è arrivato a Roma per presentare il suo nuovo film, “Miss Peregrine-La casa dei ragazzi speciali”, in uscita nelle sale italiane il 15 dicembre. In una conferenza stampa piacevole e dinamica, tenutasi il 6 dicembre presso l'elegante hotel St. Regis, il regista ha spiegato, con la verve ed il carisma cui ci ha abituati, com'è nata l'idea di trarre un film dall'omonimo romanzo di Ransom Riggs e quali sono state le fasi salienti del suo sviluppo.


Che tipo di scintilla ti ha portato a lavorare su questo romanzo così complesso?
Tim Burton: Innanzitutto il titolo “Ragazzi speciali”, mi ha ricordato la mia infanzia e poi il modo in cui Riggs ha organizzato, o meglio, ha cucinato tutti gli ingredienti della storia partendo da vecchie foto. Io faccio collezione di foto e guardare una vecchia foto ti racconta una storia, ma non te la racconta tutta. La vecchia foto conserva quella parte di mistero, quella parte di poesia che ha quasi a che fare con i fantasmi.

Il film tratta indubbiamente il tema della diversità, una diversità che deve essere difesa e che è motivo di orgoglio. Anche tu eri un bambino speciale?
Tim Burton: Sì anche io ero un bambino speciale, diverso dagli altri. In effetti sono cresciuto in una cultura che ama dividere le persone per categorie ma, come il protagonista del film, anch'io ho avuto una nonna che appoggiava le mie peculiarità. Anche il mio insegnante di arte mi spronava ad essere me stesso e mi incoraggiava ad essere speciale e questo è una rarità ma è molto importante. Bastano poche persone che credono in te per far sbocciare le tue capacità ed io sono stato fortunato in questo.

Come hai adattato il romanzo integrandolo col tuo mondo?
Tim Burton: Non avevo mai sentito parlare del libro prima, poi quando ho sentito il titolo mi ha subito interessato. Anche io del resto avevo scritto un mio libro su un bambino “speciale”, “Morte malinconica del bambino Ostrica”, così quando ho visto il titolo del romanzo di Riggs ho subito sentito un forte legame, una connessione. Soprattutto il protagonista, il timido Jake, il suo sentirsi strano, fuori posto, è una cosa con la quale mi sono identificato subito.

Hai subito scelto Eva Green per interpretare Miss Peregrine?
Tim Burton: Io vorrei una direttrice come lei e la mia scelta è stata immediata perchè Eva ha tutte le caratteristiche che il personaggio deve avere: il fatto di essere forte, divertente e al contempo drammatica. Lei è stata la mia prima scelta in assoluto anche perchè la trovo credibile nel ruolo di una persona che deve trasformarsi in un uccello. Inoltre secondo me Eva Green è come una star del cinema muto. Anche io ho avuto una maestra come lei, bellissima e divertente, e tutti i bambini stavano ad ascoltarla e i miei compagni di classe facevano qualunque cosa lei dicesse.

Questi bambini sono dei supereroi?
Tim Burton: È vero che questi bambini hanno dei superpoteri, ma la cosa importante è che sono soprattutto dei bambini. Loro si sentono diversi, strani ma alla fine fondamentalmente, in nuce, sono solo dei bambini che, nonostante le proprie peculiarità, si comportano come qualsiasi loro coetaneo.

Perchè hai scelto un finale del film diverso da quello del romanzo?
Tim Burton: La mia scelta è stata una scelta emotiva piuttosto che intellettuale. La scena finale in cui Miss Peregrine guarda i suoi ragazzi da lontano, pronta probabilmente ad intraprendere nuove avventure, proprio come le vecchie foto di cui parlavo prima, o come il cinema del resto, conserva quella parte di mistero, ti lascia immaginare, percepire ma non ti dice tutto.

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