17 Novembre 2005 - Conferenza stampa
"Melissa P."
Intervista ai protagonisti ed al regista.
di Pietro Salvatori


Alla conferenza stampa per l'atteso Melissa P. si presentano in molti: ci sono infatti le due sceneggiatrici Barbara Alberti e Cristiana Farina, gli interpreti del film Fabrizia Sacchi, Geraldine Chaplin e Maria Valverde, oltre al regista Luca Guadagnino e a Francesca Neri, qui in veste di produttrice.

Il film è stato vietato dalla censura?
Neri: Il film passa oggi alla censura. Ancora non sappiamo nulla, ma speriamo che ottenga il permesso al di sopra dei quattordici anni.

Per Guadagnino: ci racconti un po' come è nato e si è sviluppato il film.
Guadagnino: Tutto è nato da un incontro con Francesca Neri, che aveva preso i diritti del libro ben prima che diventasse un cult, e mi chiese quale fosse la mia prospettiva sulla vicenda. A me interessava lo svilupparsi di un racconto di formazione e l'utilizzo di un punto di vista femminile. Il processo per entrare al di dentro del film e dei personaggi è stato laborioso.

La scena d'apertura ricorda molto la Lolita di Kubrick. Si è ispirato a lei?
Guadagnino: No, a dire il vero non ci ho pensato. Deve essere una reazione inconscia dello spettatore.

L'adolescente è una figura molto debole e molto forte allo stesso tempo. Questa scelta vi preoccupava?
Guadagnino: Condivido appieno l'analisi che fa. Era un aspetto non facile da gestire, anche perché il mondo degli adolescenti è più acuto e penetrante di quello degli adulti. Ci spiazzano per la loro profondità.

Cosa ha dato il film alla signora Chaplin?
Chaplin: La sceneggiatura mi aggradava molto, poi l'incontro con il regista ha sciolto qualsiasi dubbio che avevo.

Per Francesca Neri: come vivi il tuo debutto come produttrice?
Neri: Vivo con grandissima emozione questo debutto, e credo fortemente in questo nuovo mestiere di produttore. Ho scelto un libro che avevo scoperto e amato e volevo vedere quegli stessi sentimenti che avevo provato leggendo riportati sullo schermo.

Molte delle scene che avete portato sullo schermo sono sicuramente più da adulti che da adolescenti. Non è che avete fatto un film un po' paraculetto, andando a puntare su determinate morbosità?
Neri: Mah, è un film che dovrebbero vedere sicuramente sia i genitori che gli adolescenti. C'è innata una voglia di andare a fondo di determinate situazioni e sentimenti, ci interessava sottolineare un percorso, una strada, non una serie di situazioni.
Alberti: Vorrei però contestare il termine paraculetto. Se fossimo stati veramente paraceli avremmo copiato alla lettera il libro nelle sue situazioni, invece c'è stato il coraggio di fare qualcos'altro. La ragazza in fondo è una semplice, imbranata, non come nel libro.

La Valverde riconosce nel film il mondo delle quindicenni?
Valverde: Tutti sono stati una volta ragazzi, hanno avuto le loro esperienze con il sesso e maturato i propri complessi. Io in fondo ho capito meglio Melissa di un adulto, in fondo ho avuto quindici anni solo tre anni fa, e riesco a capire moltissime determinate situazioni raccontate nel film.

Non sarebbe stato il caso di parlare di anticoncezionali in un film destinato ad un pubblico giovane e che tratta di questi temi?
Guadagnino: I personaggi seguono una cifra che non è quella della pura realtà, ma lo svisceramento di particolari emozioni e sentimenti, nel dipingere anche una particolare condizione e situazione degli adolescenti.

Però attenzione nel sociologico, visto che oggi tra i ragazzi il problema è provato che sia molto sentito e delicato.
Farina: In verità, nello stendere la sceneggiatura, io, avendo lavorato anche con la vera Melissa, avevo una concezione più aderente al realismo della vicenda. Guadagnino ha ribaltato del tutto il punto di vista, incentrando la cifra del film non su un semplice realismo, ma sui sentimenti e le tensioni dei personaggi.

Ritornando sull'argomento degli anticoncezionali, mi rimane difficile pensare che non si possa prescindere da questi argomenti in un film che parla ai ragazzi.
Guadagnino: Spero che i giovani, vedendo il film, colgano i sentimenti e la passione dei personaggi, piuttosto che una mera fisicità che, d'altronde, nel film non c'è.

Qual è stato il rapporto con il libro?
Neri: Il libro è un diario. Una serie di fatti raccontati in sequenza. Nel film abbiamo cercato di mettere in scena una storia con personaggi ben definiti. Il film racconta un'altra storia, è n'altra emozione. Nel film non si vuole raccontare una fisicità, si vuole seguire Melissa in un percorso, nei suoi sentimenti.

Il film non racconta solo di Melissa, ma di altri due personaggi femminili, quello della mamma e quello della nonna, uniti dalla caratteristica comune della solitudine.
Sacchi: E' stato molto duro interpretare un personaggio del genere in effetti, ma un attore deve essere disposto a interpretare un personaggio che non giustifica, a cui non concede attenuanti.
Valverde: Il film parla di tre tipi di solitudine diversa. Quella della madre, che vive in un mondo suo, dedita al lavoro. Quella della nonna, che viene isolata in un ospizio. E quella di adolescente di Melissa, che si rifugia nel sesso. Questo film in effetti parla più di solitudini che di sesso.
Chaplin: Io mi ricordo di quanto mi sentivo sola da adolescente, del mio rapporto sofferto con mia madre. Ho anche sofferto vedere mia figlia attraversare quel periodo.

Maria si doppierà nella versione spagnola? Pensa che i ragazzi siano veramente così?
Valverde: Il film in Spagna uscirà a metà gennaio, e sarò io stessa a doppiarmi. Per quanto riguarda i ragazzi, penso che possano essere così oppure no, dipende. Questo film è più per i genitori che per i figli. I ragazzi saranno interessati solamente al corpo, alla fisicità. Il resto lo potranno cogliere di più gli adulti.


  

Intervista per il film "Melissa P.".


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