03 Marzo 2009 - Conferenza
"Io & Marley"
Intervista al cast.
di Federica Di BArtolo

Si è svolta a Roma la conferenza stampa per la presentazione del film " Io e Marley" distribuito dalla "20th Century Fox", che uscirà nelle sale cinematografiche italiane il 3 aprile. A rispondere alle domande dei giornalisti gli attori statunitensi Jennifer Aniston e Owen Wilson, che nel film interpretano rispettivamente Jenny e John Grogan.

Vi siete divertiti a lavorare in questo film e qual è il vostro rapporto con i cani?
Owen Wilson: Jennifer ed io amiamo molto i cani, così come tutte le persone che vi hanno lavorato. Sul set c'era anche il mio cane "Garcia", che ha fatto una breve apparizione così come Norman il cane di Jennifer, però purtroppo la sua sequenza è stata tagliata.
Jennifer Aniston: Non mi pareva di essere a lavoro, mi sembrava di essere in vacanza, perché l'amore per gli animali e avere questi cani sul set ogni giorno nello splendido panorama di Miami, e per giunta diretti da un grande regista, ha fatto sì che l'ambiente fosse molto rilassato.

Questa è una famiglia da sogno, non vi sono suocere o vicini di casa particolari sembra una favola, è diversa la vita negli Stati Uniti?
Jennifer Aniston: Devo dire che dal mio punto di vista non è una famiglia di fantasia, per me è realistica. Il film è tratto da una storia vera, da un libro che racconta le vicende vere di una famiglia che ha un cane e racconta tutte le difficoltà che incontrano. E' vero che non ci sono i suoceri, anche se l' attore durante il film fa un riferimento ai suoceri e ai cognati. La cosa bella del film è che è un vero ritratto di una famiglia americana che vive quindici anni insieme. E' una coppia cresce i bambini e nel farlo deve affrontare degli ostacoli e fare sacrifici, in particolare la donna che interpreto deve operare quella dura scelta che molte donne si trovano ad fare un po' ovunque, fra un lavoro che piace e sa fare molto bene e il desiderio e concretizzazione del diventare madre. Lei tenta, come fanno molte, di fare ed essere entrambe le cose sia la mamma che il lavoro, ma non ci riesce e alla fine deve operare questa dura scelta di rinunciare ad una grossa gratificazione lavorativa e di dedicarsi semplicemente alla famiglia. La coppia inoltre litiga e ci sono degli scontri su tante scelte che devono fare, tanto che il marito, nel film, è frustrato perché vorrebbe a volte vivere la vita da single del suo amico Sebastian ma non è possibile. Per tutte queste cose mi sembra molto realistico.

Com'è stato lavorare con i cani che corrono da una parte all'altra del set?
Owen Wilson: Il cane Marley era stato incoraggiato e addestrato per essere un animale completamente fuori controllo, infatti Jennifer ne ha avuto l'esperienza da subito sul set quando le è saltato addosso e l'ha trascinata in giro. La cosa difficile è stata piuttosto con il mio cane, perché quando tornavo dal set mi sentiva addosso l'odore di un altro cane ed era molto geloso, come se fossi tornato a casa con il rossetto di un altro cane appiccicato addosso, ma vagli a spiegare che era solo un film e che fingevo di essere affezionato all'altro cane.

In quale scena vediamo Garcia, il cane di Wilson?
Owen Wilson: Bisogna mettere in pausa per vedere Garcia, perchè è un istante solo. Garcia è stato a Roma per cinque mesi con me, è un cane addestrato ed è abituato a viaggiare con me, nel film si vede solo per un attimo quando si sente la voce fuori campo e tutte le scene montate in sequenza.

Qual'è stata la scena più complessa da girare?
Jennifer Aniston: Le scene più complicate sono state quelle con i bambini piccoli, che magari piangono quando dovrebbero essere felici e pacifici e sono felici e pacifici quando dovrebbero piangere, ovviamente è orribile far piangere un bambino quando non vuole piangere e non farlo piangere quando invece spontaneamente è felice, per cui sul set bisognava aspettare. A livello di difficoltà come scena è stata sicuramente quella, oltretutto un po' rischiosa per il cane, in cui Marley esce dal finestrino e bisogna trattenerlo in mezzo al traffico. E' stata difficile da girare, l' abbiamo dovuta ripetere diverse volte ed è stata abbastanza noiosa in alcuni momenti.

Entrambi i protagonisti fanno diversi sacrifici per amore e per il loro matrimonio, secondo voi fino a che punto ci si può sacrificare per amore dell'altro e del proprio matrimonio?
Jennifer Aniston: Non credo che per questi personaggi sia un sacrificio quello che fanno. Gli esseri umani secondo me si sacrificano fino a dove si sentono di potere e volerlo fare, è un sacrificio che in effetti da' una contropartita inestimabile. Alla fine della vita bisogna decidere se avere introno a sé persone care e sentire di amare ancora, oppure guardare a quanti palazzi si è costruito e quanti soldi si ha in banca. E' difficile per molte persone dare questo valore aggiunto alla sfera affettiva, perché si è ancora molto lontani da un'eventuale fine e quindi credo che nel film il sacrificio sia sul momento, ma loro hanno già chiaro dentro di sè quale sarà la ricompensa finale.
Owen Wilson: Certo una persona dovrebbe chiedersi se le decisioni che prende siano fatte con amore, ma il fatto stesso di avvertire la decisione che prende come un sacrificio forse significa che non sta facendo un grosso favore ne' a se stesso ne' alla persona per cui fa il sacrificio. Queste cose dovrebbero venire dal profondo del cuore, è pur vero che le scelte nella vita comportano una limitazione, quando abbracci o segui una strada, necessariamente escludi l'altra alternativa. Nel film il personaggio che interpreto prende la decisione di crearsi una famiglia e di stare nella famiglia, certo l'amico Sebastian rappresenta l'altra via, la strada che non è stata intrapresa. In un certo momento della sua esistenza al protagonista sembra molto interessante, però quando lo incontra di nuovo dopo anni si rende conto di essere felice della scelta che ha fatto, diversa da quella di Sebastian.

Cosa vi da' il vostro mestiere e come reputate il mestiere dell' attore?
Owen Wilson: Proprio il fatto di essere qui a parlarne mi fa capire quanto sia fortunato, è stata un'esperienza fantastica. E' stata un'esperienza meravigliosa il cercare di dare vita e trasporre sullo schermo un libro che alle persone era piaciuto moltissimo.
Jennifer Aniston: A volte mi osservo da fuori e mi chiedo: ma cosa faccio io per guadagnarmi da vivere? Mi sembra sciocco e vano quello che faccio, però in effetti se rifletto noi non facciamo altro che raccontare delle storie. Che si tratti di storie di fantasia o, ancora meglio perchè mi piacciono di più, storie vere di vita, noi non facciamo altro che interpretare queste storie e dare al pubblico qualcosa. Sicuramente andando al cinema il pubblico alla fine ride, si tira su di morale, si è commosso per qualcosa che da tempo non lo toccava, oppure ha cambiato modo di pensare e vedere una cosa, o quantomeno ha aperto la propria mente alla possibilità di considerare qualcosa di diverso. E' una professione splendida e siamo fortunati perchè ci premette di fare le cose che amiamo.

Quali attori e attrici hanno ispirato o ispirano il vostro lavoro?
Jennifer Aniston: Ho sempre amato attrici come Shirley MacLaine, Meryl Streep, Marion Cotillard, Anne Hathaway, Lucille Ball che ho amato da piccola.
Owen Wilson: Ho sempre amato attori come Gene Hackman, Dustin Hoffman e poi mi è piaciuto molto lavorare con Alan Arkin.

La crisi economica ha modificato anche il vostro lavoro?
Jennifer Aniston: Sicuramente la crisi ci tocca in termini di salari e di lavoro, quindi ci sono meno film venduti e acquistati, per cui in un periodo di crisi che tocca anche il nostro settore cinematografico. Il nostro film ha avuto tanto successo e questo ci fa molto piacere, perchè andare al cinema da noi è molto costoso, vi è dietro tutto un riturale come pagare il biglietto, la benzina, le babysitter, comprare il cibo e il parcheggio.

Se dovesse presentare in poche parole il film agli spettatori cosa direbbe, perché dalla veste grafica sembra una commedia invece non lo è...
Jennifer Aniston: "Si ride, si piange ed è meglio dei gatti" ( citazione tratta dal musical "Cats")

Un vecchia regola suggerisce agli attori di non recitare mai con animali e bambini, quindi quanta parte del vostro ego avete dovuto sacrificare per lavorare in questo film?
Owen Wilson: Fin dall' inizio ho dato per scontato che nelle scene in cui c'era Marley il campo e la scena erano rubati da lui e questo ridimensionava il mio ego. C'è questa vecchia regola però lavorare con i bambini è stato più "insidiosetto", perché piangevano spesso quando li prendevo in braccio io e soprattutto perché, a quanto dicevano, li tenevo in braccio come se tenessi una palla per il football.
Jennifer Aniston: Ci siamo accorti abbastanza presto io e il mio collega che avere questo cast con bambini e animali ci permetteva anche di rilassarci, alla fine la risata e l'improvvisazione poteva venire da loro e non dovevamo affaticarci a farlo. Ogni giorno succedeva qualcosa di nuovo sul set e le risate o la commozione potevano venire direttamente da loro.

Quest'anno Hollywood ha sfornato molti titoli con animali, forse perché non scioperano, costano di meno, non si drogano o bevono o perché l'America ha scoperto che l'animale e' più attrattivo?
Jennifer Aniston: Qualche problema con il bere in realtà ce l'aveva anche Marley.

A che punto è il suo progetto tutto al femminile su un film sul carcere texano?
Jennifer Aniston: E' tratto da una storia vera ed è tratto inizialmente da un articolo apparso sul giornale "Texas Monday " dell'epoca ed è stata la prima band di recluse femminili in questa prigione solo femminile, all'epoca le prigioni erano o per solo maschi o solo femminili, per non farli comunicare. Hanno messo su questa band per ottenere la libertà vigilata, perché c'era un governatore in Texas che, se commosso dalle performance dei prigionieri uomini, gli dava la libertà vigilata e hanno deciso di conseguenza di creare questa band femminile, che aveva in una stazione radio locale un programma chiamato "20 minuti dietro le mura", ovviamente della prigione ed hanno riscosso un enorme successo a livello mondiale. Lentamente hanno ottenuto la libertà vigilata, ma all'epoca per la donna essere stata in prigione era estremamente punitivo, mentre gli uomini potevano riabilitarsi, per le donne era una macchia indelebile per cui sono state costrette a cambiare i loro nomi ed identità. Nessuna di loro ha parlato in seguito della sua esperienza dietro le sbarre, che ha permesso di conquistare loro la libertà. Il titolo del film è "Goree girls" (dal nome della prigione di stato in cui erano recluse le donne all'epoca).

Aniston produce il film e dirige la regia di un cortometraggio, mentre Wilson è coautore di diverse sceneggiature, quindi quanto è importante per voi non limitarsi a fare gli attori ma ampliare il vostro lavoro ?
Owen Wilson: Credo sia un'ottima cosa differenziare il proprio lavoro e mi piacerebbe darmi più disciplina nella scrittura, anche perchè in essa c'è un aspetto molto più personale rispetto al lavoro da attore.
Jennifer Aniston: Voglio continuare con questa attività che rende il mio lavoro nel mondo del cinema più interessante e completo, dipende dai momenti della vita, intendo continuare con questa differenziazione perché mi arricchisce.

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