05 Settembre 2009 - Conferenza
"Io sono l'amore"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

Affiancato dal cast, il regista Luca Guadagnino è approdato presso la 66ª edizione della Mostra d'arte cinematografica di Venezia per presentare alla stampa "Io sono l'amore", sua ultima fatica.

Quale è stata la scintilla che ha fatto nascere il film?
Luca Guadagnino: In realtà, la nascita del film risale al 2002, quando portai qui a Venezia "Tilda Swinton: The love factory", in cui riprendevo Tilda e la facevo parlare di tematiche riguardanti l'amore. Poi ho incrociato alla storia il nostro presente, in cui le nostre scelte sono condizionate dal capitalismo.

Gli attori come si sono immersi nell'esperienza?
Alba Rohrwacher: E' stata un'esperienza molto importante, perché, a differenza di molti altri film in cui ho lavorato, qui si è trattato di un'idea sviluppatasi in diversi anni. Per preparare il personaggio di Elisabetta ho collaborato con Luca, che ha offerto a me e agli altri giovani attori del cast l'opportunità di lavorare con colleghi di grande esperienza, quindi, per noi è stato come andare a lezione di recitazione.
Pippo Delbono: E' molto interessante il fatto che Luca sia venuto a cercare me. Il mondo del cinema è fatto di gente sciocca e, quando i giornalisti non sanno cosa dire, il tuo personaggio diventa tutto o niente. Il cinema, come il teatro, è tutto un discorso di tempi, sguardi e ritmi che in pochi conoscono.
Marisa Berenson: Luca l'ho apprezzato fin da subito, è un regista di grande sensibilità e cultura, poi, mi piaceva molto questa famiglia e i suoi personaggi, e anche l'idea di lavorare con Tilda e con tutti gli altri. Quella che viene raccontata è la fine di un'epoca in un mondo che è così cambiato e diventato freddo. Il mio personaggio è una donna di cui non si sa molto, ma si può immaginare tutto.
Edoardo Gabbriellini: Beh, lavorare con una bellezza come Tilda è stata una vera goduria (ride).
Flavio Parenti: Il mio percorso professionale è stato molto fortunato, perché ho fatto la scuola di teatro, poi sei anni di tourné e ho cominciato a girare i quattro film a Roma, prima con Silvio Muccino, poi con Luca, Maselli e Terracciano. Per me è un onore, anche lavorare con tutti loro che sono qui.

Luca, come mai sei così affascinato dalle figure femminili?
Luca Guadagnino: Perché nelle donne c'è qualcosa di affascinante, che t'ingloba. Poi mi affascina la resistenza dimostrata fino a oggi nell'eterna lotta con il genere maschile.

Ci sono molti più film italiani che britannici nei concorsi; credete ci siano problemi distributivi?
Tilda Swinton: Per esempio, il mio personaggio necessitava solo di un accento russo e non aveva molta importanza la lingua, però questo è un film italiano in tutto e per tutto e dovevamo fare riferimento a questa cinematografia. Dal punto di vista della recitazione, dovevo fare un salto nell'immaginario, che per me aveva i connotati di una favola.

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