30 Ottobre 2008 - Intervista
"Il prossimo tuo"
Intervista ai protagonisti.
di Francesco Lomuscio

In occasione della terza edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, abbiamo incontrato nella capitale Anne Ritta Ciccone, regista de "Il prossimo tuo", affiancata dalle due protagoniste Laura Malmivaara e Diane Fleri.

In un'epoca in cui internet ed i mezzi di comunicazione in generale hanno superato qualsiasi barriera, perché secondo voi la solitudine continua ad affliggere le persone, forse anche più di quanto lo faceva in passato?
Laura Malmivaara: La cosa bella di questo film risiede per me proprio nella solitudine. Il fatto di internet è che illude soltanto le persone di non rimanere sole, ma bisogna necessariamente confrontarsi con gli altri.
Anne Ritta Ciccone: Subito dopo l'attentato di Madrid mi sono resa conto che ciò stava contribuendo a creare dei pregiudizi che hanno portato in maniera progressiva a rimanere sempre più ignorantemente soli, favorendo anche il razzismo. Quindi, posso dire anche di essere stata premonitrice, perché il film l'ho scritto tra il 2004 e il 2005.
Diane Fleri: Penso che la globalizzazione ci porti da una parte ad una cultura comune, infatti in questo film abbiamo tre storie simili nei contenuti; dall'altra parte, però, questa cultura comune tende a portarci verso una società sempre più individualista, straniante, all'interno di cui esplodono il sospetto e la mancanza di fiducia.

Quanto è vero che dove c'è pericolo cresce anche ciò che ti salva?
Laura Malmivaara: Molto spesso la paura include sfide che ti fanno migliorare una volta che le hai affrontate. Per esempio, io avevo paura di volare per venire qui al Festival, ma alla fine ho preso l'aereo.
Anne Ritta Ciccone: Io credo che le paure, come anche quella nei confronti del terrorismo, bisogna conoscerle per superarle.
Diane Fleri: Penso che i due grandi limiti dell'essere umano siano la paura e la pigrizia, ma solo quando esse vengono affrontate si cresce realmente come individui. Anche perché solo nelle difficoltà ci si evolve, non nella serenità.

Perché il personaggio interpretato da Jean-Hugues Anglade anziché dedicarsi ad una splendida creatura come Caroline preferisce distrarsi con i filmati hard su internet?
Diane Fleri: In questo caso possiamo dire che l'hard è un mio antagonista, perché il ricorso che vi fa Jean-Hugues non è dovuto ad una mancanza da parte mia, ma ad un suo trauma. Spesso le persone che si sentono sole tendono a cercare la solitudine come autocompiacimento, come autodistruzione.
Anne Ritta Ciccone: Lui vuole solo soddisfazione fisica, non vuole confrontarsi con un altro essere umano.

Il personaggio di Eeva possiede invece elementi in comune con Laura Malmivaara?
Laura Malmivaara: Eeva è completamente diversa da me, io sono molto socievole e non ho problemi di rapporti con gli altri, quindi ho dovuto lavorare sul personaggio andando più a togliere che a mettere. Eeva vorrebbe liberare il suo dramma verso gli altri, ma si trattiene continuamente; sono molto contenta che una regista scriva personaggi così belli per le donne, anche se il film non ha soltanto uno sguardo femminile ma tratta di paure universali.

Per concludere, quali sono i maestri di Anna Ritta Ciccone?
Anna Ritta Ciccone: Diciamo che ho due registi in particolare, anzi, due personalità come punti di riferimento: Pier Paolo Pasolini e Aki Kaurismäki.

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