24 Febbraio 2009 - Conferenza
"Giulia non esce la sera"
Intervista al regista e al cast.
di Diego Altobelli

Il video musicale "Piangi Roma", brano struggente e bellissimo cantato dai Baustelle insieme all'attrice Valeria Golino, apre la conferenza stampa di "Giulia non esce la sera". Il regista Giuseppe Piccioni appare emozionato, tanto da non dare a noi giornalisti il tempo necessario per formulare la prima domanda, preferendo lanciarsi in un lungo monologo dove rischia di ricoprire da solo il doppio ruolo di intervistatore e intervistato. Interviene Valeria Golino, fortunatamente, a fermarlo. Da quel momento, la conferenza stampa si trasforma in una specie di dibattito che coinvolge soprattutto il regista Piccioni e Valerio Mastandrea. Il nocciolo della questione pare essere proprio la struttura intrinseca della sceneggiatura. Mastandrea contesta il proprio personaggio, Piccioni, di contro, difende le scelte del film. Ne esce fuori un curioso affresco dalle tonalità opache in cui sembra che né regista né attori abbiano poi capito bene ciò che hanno realizzato sul grande schermo. O meglio, se quello che hanno realizzato è coerente o meno con le intenzioni di partenza. In questo balletto di dubbi e di rimandi, che poi a ben vedere sono anche la forza del film, "Giulia non esce la sera" pare essere piaciuto alla critica che, almeno per questa volta, si è lasciata coinvolgere.

Come è nato questo film?
Giuseppe Piccioni: Un po' per caso. Avevo iniziato a ad andare in piscina, e mi ero reso conto che lì, era molto difficile comunicare. Ho suggerito questo spunto a Federica Pontremoli, che ne ha effettivamente tratto una storia. Abbiamo giocato con vari elementi: ad esempio abbiamo pensato che fosse interessante proporre come protagonista uno scrittore, perché fondamentalmente "scomodo". Difficile da far piacere al pubblico. Inoltre l'idea della scrittura dava la possibilità di spaziare molto, anche visivamente. Fortunatamente siamo stati appoggiati dalla casa di distribuzione 01 e Lionello Cerri che con coraggio hanno creduto al nostro film. Se volete sapere dei Baustelle invece… l'incontro è avvenuto per caso. Gli avevamo proposto un pezzo, quello dei titoli di coda, e invece ci hanno proposto tutta la colonna sonora, consigliandoci pezzi da Sergio Endrigo a Richard Anthony. Con Valeria Golino le cose sono andate diversamente…

Ecco, Valeria Golino, come ha affrontato il suo personaggio?
Ago Panini: In realtà ho iniziato a lavorare al film prima ancora di leggere la stesura del copione. Ho visto la sceneggiatura cambiare più volte… Solo quando questa era definitivamente completata ci siamo recati al carcere femminile di Velletri. E stranamente l'ho trovato un posto anche umano… mi ha aiutato certamente a capire cosa accadeva quando Giulia non era sullo schermo. Poi quando è arrivato Valerio, abbiamo iniziato a discutere…

Valerio Mastandrea: Detto così sembra che è arrivato il matto! (ride) In realtà, quando sono arrivato io la sceneggiatura era completata. Avevamo il copione, insomma… e ne abbiamo discusso per tre mesi e ne continuiamo a discutere ancora. Perché secondo me il mio personaggio è pieno di spunti di riflessione, anche punti di dibattito. Ma a me i miei personaggi non piacciono quasi mai…

Giuseppe Piccioni: Valerio in realtà ha fatto un lavoro davvero "grande". Il personaggio era molto anomalo. Ambizioso, ma sfugge dalle sue ambizioni. Sembra non vivere realmente. Sembra impaurito dalle sue responsabilità. Diciamo che ha un atteggiamento che richiama un atteggiamento culturale del nostro Paese. Rispetto al film, poi, è come se fosse l'ombra di Giulia. Vuole essere trascinato da lei. Giulia rappresenta per lui la possibilità di vivere in modo più autentico.


Lei, come regista, si sente più legato al personaggio di Giulia o a quello di Guido?
Giuseppe Piccioni: In questo caso mi sento legato al personaggio maschile. E' la parte contrapposta dell'altro. In qualche modo è un personaggio che non è ancora riuscito a manifestarsi.

Secondo lei, il personaggio di Guido potrebbe essere l'incarnazione anche di un politico in particolare?
Giuseppe Piccioni: Beh, no. Se fosse così sarebbe un personaggio ancora più tragico! Intendo dire con "atteggiamento culturale" che l'Italia è un Paese pieno di opinionisti che però certamente non cambiano il Mondo.
Valerio Mastandrea: Non vorrei essere frainteso, quando dico che non mi piace questo personaggio… Non credo che in un film come questo vengano rappresentati dei politici, ma un elettorato. E' un personaggio, il mio, che non si assume nessuna responsabilità. E di questo tipo di personaggi sono un poco stufo. Se ne vedono sempre di più al Cinema e non credo che facciano bene al cinema…
Giuseppe Piccioni: E' vero, però non credo che quando si scrive una storia si deve pensare a queste cose. Un conto è la fiction, un film, un romanzo… un conto è la vita vera…
Valerio Mastandrea: Verissimo. Però è davvero singolare che i personaggi più adulti del film siano due adolescenti che riescono a mettere un adulto davanti un vero confronto. L'unico vero confronto che si vede nel film.

Giuseppe Piccioni, possedere una libreria l'ha aiutata in qualche modo nel gestire i personaggi del film?
Giuseppe Piccioni: No, non direi. Più che altro mi ha messo in contatto con i creditori… (ride) A parte gli scherzi. E' stata una bellissima esperienza.

Valeria Golino, come di è trovata nel ruolo di cantante?
Valeria Golino: Ero molto stupita. La canzone è davvero molto bella e sincerante avevo paura di rovinarla. Poi l'abbiamo fatta e io spero che appaia come una continuazione dei pensieri del mio personaggio…

Giuseppe Piccioni, dove sta andando secondo lei il Cinema italiano?
Giuseppe Piccioni: Mi auguro che ci sia un futuro per tutto il nostro cinema. Bisogna però far crescere certi film. Lo dico anche a voi giornalisti. Se vi piace un film, parlatene e scrivetene tanto. E' l'unico modo per cambiare un po' le cose. Io comunque, mi sento una specie protetta! (ride)

Si conclude con quello che sembra la perfetta via di mezzo tra un suggerimento e un invito. Faremo il possibile.

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