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07 Novembre 2005 - Conferenza stampa
"Mai più come prima"
Intervista a Giacomo Campiotti ed al cast.
di Francesco Lomuscio
A tre anni dalla mini-serie tv Zivago, Giacomo Campiotti torna dietro la macchina da presa per raccontarci Mai + come prima. Accompagnato dal cast, lo abbiamo incontrato a Roma per scambiare due parole sul film.
Giacomo, ci sono note autobiografiche in Mai + come prima?
Giacomo Campiotti: E' un film che sento molto, come un po' tutti i miei film, del resto. Non parte proprio da un'esperienza autobiografica, ma da diversi ricordi: quando ero giovane morì un mio amico ed eravamo in montagna, poi avevamo anche un amico portatore di handicap che, in vacanza con noi, portavamo sempre in spalla. E' un film che mi porto dentro da trent'anni, ma, appunto, ho atteso tutto questo tempo per portarlo sullo schermo proprio per non correre i rischi dell'autobiografismo.
E cosa ci dici dei luoghi in cui avete girato?
Giacomo Campiotti: La parte dei sopralluoghi è stata bellissima, in quanto, con la scusa del film, mi sono riguardato tutte le nostre meravigliose montagne, le Dolomiti, poi, è risaputo, ce le invidiano in tutto il mondo. Abbiamo girato nell'Alta Val Badia, il Monte Cristallo, invece, l'ho scoperto grazie ad un amico che faceva trekking.
Voi, invece, cosa ci dite della lavorazione, dei vostri personaggi?
Natalia Piatti: Beh, devo dire che ci siamo divertiti molto, poi credo che, durante la visione del film, comunque, si percepisca l'armonia che c'è stata nel lavoro di squadra. Per quanto riguarda Martina, il mio personaggio, mi piace la sua grinta e credo che mi appartenga.
Federico Battilocchio: Il mio personaggio, Fava, non mi somiglia affatto, ci ho lavorato molto sopra, poi è stato il mio primo lavoro. Mi sono ispirato ad alcuni amici e sono anche ingrassato 25 chili.
Marco Casu: Il mio personaggio è quello che gli altri definirebbero uno sfigato, ma in realtà è un individuo sereno che non ha niente da dimostrare, è un punto d'arrivo.
Nicola Cipolla: Il mio personaggio non mi somiglia per niente (ride), è un ragazzo che ha molti più problemi di me, sia fisici che interiori. Un giorno, durante la lavorazione, sono sparito senza dire niente a nessuno, con una cartina alla mano, ho preso la seggiovia ed ho fatto un lungo giro a piedi (ride).
Marco Velluti: Beh, Lorenzo ha molte cose in comune con me, a partire dal fatto che è legato alla musica. E' disagiato a livello interiore perché, anche se la sua situazione familiare è normale, la vive in maniera negativa.
Il titolo del film, inizialmente, doveva essere I guerrieri della luce, poi, in accordo con Medusa, è stato cambiato…
Giacomo Campiotti: Sì, è stato cambiato perché molte persone potevano confonderlo con la vicenda di Michelle Hunziker e la maga Giulia Berghella, finita sulle cronache rosa. Alla fine abbiamo scelto Mai + come prima, che forse è anche più bello.
Secondo voi il film rispecchia la generazione di oggi?
Marco Velluti: Sinceramente io mi riconosco più nei ragazzi di questo film che in quelli di tanti altri film generazionali visti ultimamente.
Federico Battilocchio: Il film non da' una visione semplicistica dei ragazzi, ma cerca di dare il senso forte del vissuto dei ragazzi. Giacomo ha preso diverse cose da noi.
Marco Casu: Non bisogna neppure ancorare il film ad una situazione storica o sociale, il messaggio è universale.
Natalia Piatti: Giacomo si confrontava spesso con noi per fare un film "vero", è stato un percorso costruito mattone dopo mattone.
Giacomo Campiotti: Per quel che mi riguarda, non si tratta di un film a tesi, ho solo filtrato i miei ricordi e le mie emozioni attraverso ragazzi "veri". Direi che è un film sulla libertà, che vuole forse dire che, quando il gioco si fa duro, bisogna decidere se rinunciare ai propri sogni o proseguire sulla strada che porta ad essi.
Marco e Marco, ci parlate della colonna sonora, visto che l'avete composta voi?
Giacomo Campiotti: Beh, la colonna sonora è della Bottega del suono, mentre loro, sotto lo pseudonimo Room 108, che era la stanza d'albergo in cui hanno alloggiato durante la lavorazione, hanno composto alcune canzoni.
Marco Velluti: Io non avevo mai pensato ad un'esperienza cinematografica, in quanto mi sono sempre dedicato alla musica. Questo film mi ha dato l'opportunità di approfondire la mia conoscenza del lavoro in studio di registrazione con gli altri tecnici e musicisti.
Marco Casu: Componevamo le canzoni suonando le chitarre nel tempo libero, durante la lavorazione. Quindi, se la musica funziona è perché ha contribuito la rarefatta aria di montagna (ride).
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