Grosso guaio a Chinatown: Limited edition 2 blu-rayL’arte (marziale) di John Carpenter di Francesco Lomuscio27 dicembre 201814:48
Sfornato nel 1986 dal maestro dell’horror John Carpenter, allora reduce dalla favola fanta-sentimentale “Starman”, è stato, purtroppo, uno dei suoi insuccessi commerciali, trasformatosi fortunatamente nel tempo in un vero e proprio cult.
Quarta collaborazione – dopo il televisivo “Elvis, il re del rock”, il futuristico “1997: Fuga da New York” e l’ultra-splatter “La cosa” – tra il cineasta originario di Carthage e l’attore Kurt Russell, “Grosso guaio a Chinatown” rivive in una limited edition mediabook che Koch Media lancia all’interno della sua collana Midnight Classics. Limited edition contenente due blu-ray, tre coloratissime card da collezione e un blooklet dispensatore di aneddoti e retroscena riguardanti la lavorazione del film, in principio pensato come western. Disco 1 Un Kurt Russell che, presente insieme allo stesso Carpenter nel commento audio dispensato nella sezione extra del primo disco al fianco di tre trailer e cinque spot televisivi, non ha mai nascosto di avere improntato al modello di John Wayne la sua interpretazione del camionista sbruffone Jack Burton, il quale finisce coinvolto nei retroscena soprannaturali del quartiere della comunità cinese di San Francisco quando la fidanzata del suo migliore amico Wang-Chi alias Dennis Dun viene rapita in aeroporto. Un ruolo che accettò rifiutando quello di Connor MacLeod per “Highlander – L’ultimo immortale” e che, inizialmente pensato per Jack Nicholson, Jeff Bridges e Clint Eastwood, in piena era di machismo reaganiano a suon di invincibili fisici imponenti e scolpiti (erano gli anni della popolarità di Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger) ci portò coraggiosamente a conoscenza di un autentico, inedito antieroe, considerando che stiamo parlando di celluloide d’azione. Perché, pronto a calarsi in un oscuro mondo sotterraneo popolato da mostruose creature e guerrieri immortali per salvare la ragazza di cui sopra dal malvagio stregone Lo Pan, magnificamente incarnato da James Hong, Jack Burton è sì l’uomo giusto nel posto sbagliato, ma, pur maneggiando armi da fuoco e mostrandosi pieno di sé nel pronunciare spavaldamente “Il vecchio Jack dice sempre ‘Basta adesso’” e “È tutta questione di riflessi”, non manca di rivelarsi meno abile del previsto in più di una situazione, lasciando emergere la necessaria ironia. E la sua figura rappresenta soltanto uno degli aspetti innovativi della pellicola di Carpenter, che, con inclusa nel cast la Kim Cattrall poi divenuta famosa come Samantha Jones del telefilm “Sex & the city”, ha il merito di aver aperto le porte di Hollywood al fascino della cultura dagli occhi a mandorla, proprio nel periodo in cui stavano per esplodere fenomeni del calibro della saga “Storie di fantasmi cinesi” di Ching Siu-Tung e degli action movie di Hong Kong firmati da John Woo e Tsui Hark. Disco 2 D’altra parte, intento a ricollegarsi al kung fu movie “Cinque dita di violenza” di Chang-hwa Jeong, l’autore di “Halloween – La notte delle streghe” pare essere stato influenzato anche dal “Zu: Warriors from the magic mountain” diretto proprio da Hark nel concepire la circa ora e quaranta di coinvolgente visione a suon di movimento, scontri d’arti marziali e bizzarrie assortite. Bizzarrie spazianti da un enorme bulbo oculare galleggiante ad un mostruoso essere dalle fattezze ominidi, passando per Tuono, Pioggia e Fulmine, potentissimi maghi guerrieri denominati le Tre bufere e derivati, a quanto pare, da altrettanti assassini presenti nella serie tv “Samurai”. Bizzarrie che arricchiscono uno spettacolo decisamente avanti per quelli che furono gli anni Ottanta dei ragazzini spielberghiani da grande schermo e che, curiosamente simile nell’ambientazione al videogioco “Double dragon”, pubblicato l’anno successivo dalla Taito, possiamo tranquillamente intendere non solo in qualità di incontro in fotogrammi tra la cultura “muscolare” a stelle e strisce e quella decisamente più mistica orientale, ma, in un certo senso, anche come metafora anticapitalista. A tal proposito, è sufficiente pensare alla definizione di “maghetto plebeo” che viene data all’Egg Shen del compianto Victor Wong dal già citato Lo Pan, che agisce dall’interno di una sorta di lussuoso impero e che, tra l’altro, a proposito di esperienze videoludiche è stato ispirazione per lo Shang Tsung di “Mortal kombat”. Quindi, è il caso di non lasciarsi sfuggire l’occasione di riscoprire in alta definizione la versione rimasterizzata di un esplosivo mix di fantasy, avventura e commedia fornita da questa edizione impreziosita, oltretutto, da un secondo disco interamente dedicato a contenuti speciali comprendenti otto scene eliminate, il finale esteso, sette minuti di dietro le quinte dell’epoca, quasi diciassette di galleria fotografica, il videoclip della canzone “Big trouble in Little China” e interviste a Carpenter, Russell, il produttore Larry Franco, il direttore della fotografia Dean Cundey, l’effettista Richard Edlund e l’attore e stunt Jeff Imada. I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE: In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione. |
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