Sole a catinelle

"Geostorm"

Intervista a Gerard Butler.


di Francesco Lomuscio22 Ottobre 2017



"Quando ero avvocato, avevo una band e mi piaceva esibirmi e cantare, e, chissà, in futuro, magari, potrei abbinare cinema e musica facendo un musical. Non mi sono mai considerato tanto un cantante quanto un attore, ma mi viene da sorridere ripensando a quando lavoravo nello studio legale e riflettevo se il mio futuro sarebbe stato quello del capo civile o penale; mentre ora si parla della possibilità di essere più attore o cantante. Se ci pensiamo bene, in tutti i casi si tratta di figure che, in qualche modo, devono esibirsi, salire su un palcoscenico". Parla alla stampa romana lo scozzese Gerard Butler, approdato nella capitale per presentare il "Geostorm" che, diretto da Dean Devlin e in arrivo nelle sale cinematografiche italiane il 1 Novembre 2017, lo vedrà nei panni di Jake Lawson, scienziato sbruffone e dai modi spicci impegnato a salvare il destino del mondo da una catastrofe climatica dietro cui, a quanto pare, si nasconde un pericolosissimo complotto.


Come mai ha accettato di prendere parte a questo film?
Gerard Butler: Essenzialmente, mi ha interessato il livello epico della storia e il modo in cui si sarebbe potuto realizzare un film con tanti effetti speciali, molto importante anche dal punto di vista visivo e che, al tempo stesso, mi ha consentito di esplorare le relazioni familiari. Perché abbiamo questo mio personaggio che cerca di contenere il suo carattere un po' ribelle, di essere un bravo padre e di avere un rapporto con suo fratello. Detto questo, è un film in cui abbiamo azione, elementi da pellicola catastrofica, complotti politici, thriller e un monito su ciò che potrebbe accadere nel mondo. Non accade spesso di avere in un film provvisto di tutti questi aspetti.

Come si prepara per affrontare una scena?
Gerard Butler: Ovviamente, parlo con il regista e con gli altri attori. Per esempio, recentemente ho interpretato un thriller psicologico intitolato "Keepers" e riguardante tre guardiani di fari. Nel caso del mio personaggio, impazzisce, quindi vi è stata la necessità di esplorare l'emotività e di trovare lo spazio giusto per studiare la follia. In alcune scene mi preparo cercando di rievocare la memoria dei sensi, ascoltando musica, leggendo qualcosa, preparandomi fisicamente. Chiaramente, quando si tratta di un film d'azione bisogna fare duecento ciak al giorno per continuare poi a correre, cadere, essere colpiti, e tutto ciò è fisicamente estenuante, c'è dolore. Ogni tanto mi dico che sto invecchiando e che non ce la posso fare (ride).

Cosa fa per contribuire a salvare il nostro pianeta?
Gerard Butler: Cerco di ridurre l'impatto della mia presenza limitando le emissioni inquinanti, riciclando, riducendo il consumo di acqua e di luce. Quando ci troviamo di fronte a tragedie come quelle che hanno recentemente colpito la città di Houston o i Caraibi, ci rendiamo conto che questo è un impegno importante e spero di potere convincere gli altri a fare ciò che ho fatto anche io con il mio contributo e, quanto meno, ad essere più consapevoli delle sfide.

Il suo personaggio in questo film ricorda quello interpretato da Bruce Willis in "Armageddon - Giudizio finale"…
Gerard Butler: Per la prima volta in vita mia, penso di aver fatto a suo tempo un provino proprio per una parte in "Armageddon - Giudizio finale", ma non feci un buon lavoro e non riuscii ad essere convincente con il mio accento texano. Non credo di aver dato una buona prestazione; comunque, è chiaro che in un film come questo ciò che ha contato molto è stata l'ambientazione, oltre alla possibilità di lavorare con le strutture della NASA incontrando astronauti e scienziati; perché abbiamo girato a New Orleans, dove sono stati costruiti lo Shuttle e i serbatoi per il combustibile di tutti questi mezzi spaziali. Quindi, ho avuto modo di contattare scienziati ed esperti e di vedere la maniera in cui si esprimono e si muovono. Diciamo che l'ispirazione è nata maggiormente da questo che da una figura in particolare, anche perché mi interessava più esplorare nuove sfumature che cercare di ripetere quanto era stato fatto da altri.

Ritiene che sia possibile controllare il nostro ambiente come viene ipotizzato nel film?
Gerard Butler: Sappiamo che esistono tecnologie satellitari che cercano di fare proprio questo e dispositivi messi a punto dai russi per tentare di modificare l'andamento delle nubi. Questo è lo spunto per andare ad esplorare se sia ipotizzabile un sistema del genere. È chiaro che, se non siamo in grado di raggiungere un adeguato livello di controllo, non dovremmo neanche consentire che si arrivi a una cosa del genere. La situazione del nostro pianeta, comunque, è tale che dovremmo impegnarci di più. Vi sono nuove tecnologie che si stanno sviluppando nei settori delle nanotecnologie, dell'intelligenza artificiale, delle molecole sintetiche, dobbiamo valutarne adeguatamente i rischi. Guardiamo ciò che è accaduto con i droni: quando sono nati dieci anni fa, non pensavamo assolutamente all'uso che ne sarebbe stato fatto. E ora ci troviamo di fronte a problemi gravi.

È immaginabile vederla in un film d'azione in cui viene salvato da una donna?
Gerard Butler: Posso dire che uno dei miei film preferiti degli ultimi tempi è stato "Wonder Woman", la protagonista è interpretata da un'attrice straordinaria. Quindi, non avrei nessun problema nel prendere parte ad un lungometraggio in cui vengo salvato da un'eroina che, alla fine, mi dice che possiamo partire per fare un bel viaggio. Potrebbe essere divertente.

Quali sono i suoi eroi nel mondo reale?
Gerard Butler: È chiaro che la parte che interpreto è quella di un uomo che lotta perché non può fare ciò che vuole, non ha la possibilità di realizzare tutto quello che desidera. Parlando di eroi, considero la figura di mia madre un vero eroe, perché ha tirato su da sola tre figli, ha lasciato il Canada quando io avevo appena due anni, insieme ai miei fratelli, e con in tasca appena quattordici dollari, ha implorato l'Air Canada perché le consentissero di salire a bordo, non aveva nessun titolo di studio, si è messa a fare i corsi serali e io, invece, sono riuscito a diventare prima avvocato, poi attore. Tutto questo lo devo a mia madre, che ci ha insegnato i valori che contano veramente, l'impegno e il duro lavoro.

Il rapporto tra i due fratelli che vediamo nel film si basa forse su un vissuto personale?
Gerard Butler: Questo rapporto affascinante e conflittuale tra i due fratelli era già nel copione, ma, prima dell'inizio delle riprese, ho parlato molto con Jim (Sturgess, che interpreta il fratello, nda) di questo aspetto. Si ribalta il cliché del fratello maggiore rispetto al minore, perché è qui il primo a sentirsi, in qualche modo, messo sotto dal secondo. L'aspetto curioso è che io ho un fratello maggiore che si trova sempre nei guai e che è il ribelle della famiglia, al quale ho sempre detto che dovrebbe essere lui ad occuparsi di me, non viceversa.

Se dovesse incontrare se stesso all'inizio della carriera, quale consiglio gli darebbe?
Gerard Butler: Gli direi che bisogna occuparsi anche di se stessi. Io mi sono trovato a dover prendere circa dodici chili di muscoli per fare un film, poi a perderli per farne un altro. Dobbiamo anche pensare a ciò che vogliamo fare nel lungo termine, quindi avere una visione della nostra vita al di fuori del cinema, cercare di curarsi, impegnarsi al 100% quando si fa un film, ma non dimenticare di avere momenti personali in cui godersi l'esistenza, andare in bici e fare campeggio.

Quali sono i progetti futuri?
Gerard Butler: Sono molto impegnato. Mi vedrete in "Hunter killer", film su uno scontro tra russi e americani a bordo di sottomarini, poi in "Keepers", thriller psicologico tratto da una storia vera e un po' dark di cui vi parlavo prima, nel quale lavoro accanto allo straordinario attore scozzese Peter Mullan, e in "Den of thieves", sorta di mix tra "Heat - La sfida" e "I soliti sospetti". Inoltre, sto lavorando a "Dragon trainer 3" e ad un progetto in cui c'è 50 Cent, un cameo per un film con Jamie Foxx, Benicio Del Toro e Robert Downey Jr; senza contare "Angel has fallen", sequel di "Attacco al potere - Olympus has fallen" e "Attacco al potere 2", in cui il protagonista paga un prezzo un po' alto per essere un eroe che in questa fase non lo è più ed è meno in forma di prima. E avrò anche un impegno come regista.

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