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28 Ottobre 2008 - Conferenza stampa
"L'artista"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea Giordano
Alla conferenza stampa ufficiale del film L'artista, che concorre nella Selezione Cinema2008, era presente il regista e sceneggiatore Mariano Cohn, gli attori Sergio Pangaro e Marcelo Prayer, e tre dei produttori, Luciano Sovena, Tore Sansonetti e Fernando Sokolowicz.
La pellicola, da qualche punto di vista sembra anche una sorta di videoinstallazione, era quello il suo intento?
Mariano Cohn: Ho voluto ricreare una sorta di atmosfera claustrofobica.
Ho lavorato molto sulla fotografia, la luce naturale e certo io ho, come per il resto l'altro regista Gastòn Duprat, ho lavorato nelle videoinstallazioni, quindi certo ci sono dei richiami a quella tecnica, ma anche al concetto di performance.
C'è stata una grande ricercatezza di immagini.
È un film che critica in un certo senso il mondo dell'arte?
Mariano Cohn: Sì certo è una possibile interpretazione.
Non volevo però "incasellare" il mio film, ma anzi desideravo lasciare molta libertà allo spettatore di riflettere e di porsi delle domande.
Il mondo attorno a noi è pervaso da una certa ironia di fondo e io ho cercato di renderla visibile attraverso questa semplice storia.
Com'è nata questa multicoproduzione?
Luciano Sovena: Questo ponte nato tra l'Istituto Luce e l'Argentina è molto affascinante.
Ci ha subito soddisfatto questo progetto, una pellicola di grande vitalità, che siamo stati felici di produrre.
Fernando Sokolowicz: Abbiamo amato subito la sceneggiatura molto originale, la purezza del linguaggio e ne siamo stati attratti.
Ti sei ispirato a qualche film in particolare per avvicinarti al tuo personaggio?
Sergio Pangaro: Io sono un musicista, quindi ero particolarmente preoccupato nell'affrontare questo ruolo.
Mariano mi ha consigliato di vedere due film, L'uomo che non c'era dei Fratelli Coen e Broken Flowers di Jim Jarmusch e di osservare con attenzione le interpretazioni di Billy Bob Thornton e Bill Murray.
Quelle performances mi hanno aiutato a non aver paura.
Ho dovuto assumere una nuova personalità e non è stato facile, ma ho avuto la guida di Mariano che mi ha indirizzato al meglio, è stato molto importante il suo aiuto e spero che il risultato sia stato positivo.
Come mai la scelta di tanti primi piani?
Mariano Cohn: Mi piace molto lavorare sui primi piani, sono ambigui e mi attraggono, anche perché ognuno può dare una sua interpretazione.
I piani troppo aperti non avrebbero lo stesso impatto.
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