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16 Marzo 2009 - Conferenza
"Diverso da chi"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea D'Addio
A Roma, al cinema Adriano, per presentare "Diverso da chi?", film d'esordio di Umberto Carteni, sono intervenuti il regista, lo sceneggiatore Fabio Bonifacci, il produttore Riccardo Tozzi, il distributore Peter Borg per la Universal italia, e buona parte del cast: i tre protagonisti Luca Argentero, Filippo Nigro e Claudia Gerini, e i bravi Francesco Pannofino e Giuseppe Cederna. Prima che inizino le domande l'ufficio stampa della pellicola premette che l'Arcigay ha emesso un comunicato stampa in cui loda il film e che il Centro cattolico del cinema, organo che guida le scelte di programmazione delle sale parrocchiali, ha anch'esso apprezzato. Le domande, di conseguenza (e non è male), non possono che essere orientate ai due temi del film: l'omosessualità e la politica.
Il film gioca sui temi della politica e dell'omosessualità, vista però da un punto di vista privato. Qual è stata l'idea iniziale del film?
Fabio Bonifacci: Sono partito dall'idea di voler ribaltare i concetti di diversità e normalità. Volevo parlare di un gay che dopo essere diventato un rappresentante della comunità omosessuale, scopriva di esseresi innamorato di una particolare ragazza. L'amore etero diventa così una trasgressione: il diverso è amare una donna. L'idea della politica è venuta dopo e si è rivelata una perfetta struttura entro cui cingere questa storia. Gli sviluppi finali, l'ultima svolta narrativa che unisce i tre protagonisti, non era in testa fin dall'inizio, ma è venuta da sé, è stata la diretta conseguenza di questa costruzione dei personaggi che, seppur ho creato io, ad un certo punto hanno cominciato ad essere così definiti da doverli quasi inseguire.
I riferimenti espliciti alla situazione politica attuale italiana sono moltissimi e non nascosti. I simboli, nonché i personaggi, sono perfettamente riconducibili a persone e partiti. E' stata una scelta ben precisa, o è stato un coraggio necessario per dare credibilità al tutto?
Fabio Bonifacci: Non si può fare satira se non si ha coraggio, ma la verità è che da quando ho scritto la sceneggiatura anni fa, la realtà si è molto adattata a quanto avevo scritto. Non sono un veggente sono solo stato fortunato.
Umberto Carteni: E' vero, nel guardare a questo mondo, non ci siamo nascosti. Non abbiamo avuto paura a guardare le cose così come sono.
Claudia Gerini: Se Piero è una sorta di Nichi Vendola, io forse sono una sorta di Paola Binetti, anzi forse meglio dire Veronica Pivetti, lei sì, invece, che si è emancipata.
C'è nel film una battuta di Obama sicuramente scritta prima della sua elezione, forse addirittura vittoria alle primarie democratiche. Colpo di fortuna?
Fabio Bonifacci: Sì, l'ho scritta un paio di anni fa quando ancora Obama era quasi sconosciuto. E' una di quelle battute che ho potuto lasciare e che mi ha fatto piacere poter vedere realizzata, tante altre le ho dovute invece cancellare visto che la realtà ha preso altre strade.
Giuseppe Cederna: E' una bella battuta che ho avuto la fortuna di poter dire nel film con il mio personaggio. E' una di quelle frasi che citavo ai miei amici quando gli parlavo di questo progetto, una medaglia d'oro che è bello stringere tra i denti.
La storia di "Diverso da chi?" purtroppo sembra di fantascienza: sia la politica non è così avanti che la tolleranza generale per i gay non è così condivisa come sembra trapelare dal film…
Claudia Gerini: Siamo tutte persone, prima ancora di avere la nostra identità sessuale. Nei rapporti reciproci o familiari, siamo in continua evoluzione, fermo restando però che "Diverso da chi?" non è un manifesto o una ricetta: non dice che la società debba per forza essere così. La società cambia continuamente, è sempre più complessa, ma in Italia ci sono ancora molti pregiudizi soprattutto da parte dei politici nei confronti dei gay e nei confronti delle nuove tipologie di famiglia. Non si riesce a capire che esistono moltissime diverse situazioni e che non sempre è possibile aver una famiglia come un tempo. L'importante è che ci si curi l'uno all'altro, che ci sia affetto.
Umberto Carteni: La politica non è al passo con quello che accade nella nostra società: la realtà va a una velocità molto maggiore.
Il Vaticano non apprezzerà forse questo film..
Luca Argentero: Viviamo in un paese in cui la laicità delle istituzioni è messa a dura prova, mentre a me piacerebbe che l'ingerenza del Vaticano si sentisse meno: in altri paesi è così, e mi sembra che se la cavano bene lo stesso. Non sono contro il Vaticano, mi piacerebbe che il confronto su ogni tema etico non sia affrontato con ideologia, ma in maniera più serena. Non c'è nulla di male a dire "no", su tante questioni, anzi per me è fondamentale che dietro ogni svolta della società ci sia un'intensa discussione, in modo che quando poi si arriva al sì, il sì sarà convinto.
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