10 febbraio 2003 - Conferenza stampa
Chicago
Intervista al regista e ai protagonisti di "Chicago"
di Renato Massaccesi
Il musical
Richard Gere: "Ho iniziato a 19 anni, ora ne ho 28! E questo è il film che più mi sono divertito a fare. Lavorare con John Reilly è stato bello perché è veramente un grande attore. La cosa più difficile durante la lavorazione è stato ballare il tip - tap. Però la musica è una parte importante della mia vita. Io canto sempre. L'ultima volta che ho fatto il musical è stato 30 anni fa, ma non ho trovato difficoltà a fare questo genere. So anche che in Europa non esiste questa mentalità: qui un attore è un attore e basta. In America quando inizi, invece, devi saper ballare, cantare e fare un pò di tutto. Probabilmente per il fatto che l'Italia è stata la patria del neorealismo, si è sempre cercata una recitazione il meno artefatta possibile, anche se voi avete una delle tradizioni musicali più importanti al mondo. Noi ce lo abbiamo nel sangue il musical, per cui non è stato così difficile tirarlo fuori. Abbiamo avuto la possibilità di provare i tempi per sei settimane. Ho visto la pellicola del '42 al quale il film si è ispirato, ed il mio personaggio doveva apparire un pò ridicolo. Mi sono ispirato a quel film per la mia interpretazione. Negli anni quaranta tutti gli sceneggiatori avevano almeno un'esperienza nel musical. Nel nostro caso è stato usato il playback nelle parti cantate, per la difficoltà di montare adeguatamente la realtà ed il sogno alle quali il film fa continuamente riferimento. Ci siamo divertiti, Rob è riuscito a creare un'alchimia particolare tra tutti quanti".
John C. Reilly: "Il momento più divertente è stato il provino davanti al produttore: dovevamo dimostrare di saper fare tutto! Ogni lavoro che ho fatto fino ad ora, è come se mi avesse portato a fare questo film. Quasi tutti gli attori hanno lavorato in film drammatici, lì passi mesi a cercare di essere triste. Nel musical è diverso, la musica è vita. Se si gratta la superficie di un attore c'è sempre un esperienza teatrale o di un musical. Quarant'anni fa tutti gli attori sapevano ballare e cantare. Per quanto riguarda il film è stato girato in 60 giorni, ed ogni singolo dollaro del budget è stato speso bene. Rob ti fa tirare fuori il meglio di te".
Renée Zellweger: "Non conosco molti musical".
La guerra
Renée Zellweger: "Ho sempre voluto conservare il mio cognome perché ne sono fiera. Le mie radici sono europee, avendo un papà svizzero ed una mamma norvegese. Eppure non so dire se della guerra ho una visione statunitense o europea. Io sono fortunata a poter viaggiare con il mio lavoro, posso incontrare opinioni diverse. Eppure ci sono cose che non capisco. Ultimamente ero in Romania per un film ed ho visto un servizio fatto dalla televisione tedesca su una grande marcia pacifista che si era svolta negli Stati Uniti, e mi sono chiesta: come fanno a parlare di una cosa che non hanno vissuto? Dall'altra parte la CNN, che c'era, ha concesso a questo argomento poche parole. E allora pensi di non capire. È come quando a scuola ti insegnano la matematica e tu alzi la mano per dire: non ho capito. Loro ti diranno: non ti preoccupare che hai capito. Tu insisti col dire: no, non ho capito. E loro: ma sì che hai capito. D'altra parte penso che quando si tratta di vite umane, non bisognerebbe neanche porsi la domanda se si è contrari o no alla guerra".
Richard Gere: "Bisogna rallentare i tempi per far sì che in un modo o nell'altro questa guerra non accada".
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