Sole a catinelle

"Beasts of No Nation"

Intervista al regista e al cast.


di Thomas Cardinali03 settembre 2015



Il Lido di Venezia accoglie uno dei più grandi registi del piccolo schermo, il genio assoluto in grado di dare immagini alla creatura letteraria di Nic Pizzolatto. Cary Fukunaga è per tutti il regista di True Detective, ma per chi è alla Mostra del Cinema sarà anche l'autore di un piccolo e crudele gioiello come "Beasts of No Nation". Il film fotografa il dramma di Agu, un bambino di un villaggio africano che a soli 9 anni perde il padre e diventa un soldato dei mercenari. Fukunaga riesce a raccontare questo dramma in modo profondo, facendo restare gli spettatori incollati allo schermo per oltre due ore. In conferenza stampa oltre al regista anche il piccolo Abraham Attah, interprete proprio del giovane protagonista Agu. Dai villaggi dell'Africa alla laguna quindi per il ragazzo, leggi cosa hanno dichiarato i due nella conferenza stampa integrale di FilmUp.


Perché ha deciso di girare questo film e come c'è riuscito? Il libro spiegava molte cose, ma la difficoltà era proprio dargli una forma filmica e come ha scelto gli interpreti.
Cary Fukunaga: Io vengo da un background di scienze politiche e la geopolitica, soprattutto i paesi del neo colonialismo li ho studiati con attenzione. Sono consapevole delle problematiche dei paesi, specie quelli sui diamanti. Quando sono entrato alla NYU ho deciso di fare un film ed era il 2005. Un amico mi ha regalato questo libro e ho deciso di utilizzare il mio background per ampliarlo. Il libro non traccia molto il percorso e ho ampliato molto
Abraham Attah: Giocavo a calcio a scuola e un signore mi ha chiesto se volessi partecipare al film. Sono andato ad una stazione tv in Ghana per il provino
Cary Fukunaga: Abram doveva far finta che la sorella gli fosse stata portata via e ha improvvisato benissimo. Volevamo ragazzi che potessero dar fondo alla loro fantasia con agilità. Harrison ha visto circa 600 ragazzini, di persona 50. Abbiamo avuto solo 4 settimane prima di riuscire a girare e siamo arrivati ad un numero di 20 ragazzini. Un'attrice di teatro ha aiutato i ragazzi a capire cosa dovessero fare

L'iniziazione del ragazzino alla guerra ricorda molto l'Isis, si è ispirato? Come si lavora quando si sa che il film avrà una distribuzione particolare?
Cary Fukunaga: Il processo d'iniziazione è stato girato quando l'Isis era appena arrivato nei telegiornali. Questa è una relazione molto comune con tutte le organizzazioni che indottrinano i ragazzini. Noi abbiamo fatto riferimento al processo usato dalle tribù. Ho cercato di evitare la religione, credo che sia troppo utilizzata, e ho voluto evitare la contrapposizione islam-cristianesimo. Il fatto che sia distribuito da Netflix non ha avuto alcun impatto sul nostro lavoro

Fino a che punto lei ha descritto ad Abram le scene più violente come quella con il machete? Lui riesce tutto sommato puro e ingenuo in moltissime situazioni.
Cary Fukunaga: Dal punto di vista del casting noi abbiamo individuato anche dei ragazzi della Liberia, che hanno partecipato alle guerre in quei paesi. Mettere in atto scene di combattimento ci spaventava per via delle possibili risposte traumatiche. Non si hanno le stesse emozioni sul set perché le scene vengono girate in modo frammentato. Nella scena in cui sembra sia stata uccisa la madre non c'è sangue sul set. In un'altra deve colpire la controfigura che si è fatta picchiare sul serio. Faceva ridere, anche se a vederla risulta violenta. Trovo che in Abram ci sia qualcosa di geniale

Quando hai visto il film cosa ti aspettavi di vedere in realtà? Sei rimasto sorpreso?
Abraham Attah: Mi sono sentito triste, l'ho visto alla tv e l'ho guardato. La scena dove uscivo dal bus è la mia preferita

Parlando della figura del comandante credo che lei abbia cambiato il destino nel film, perché questi cambiamenti? Il suo film e Spotlight sono i due che disturbano i bambini, crede che questi possano aiutare a mettere fine a questi episodi?
Cary Fukunaga: Il finale del libro è così violento? Lui diventa alla fine un predicatore, abbiamo cercato di far sparire i personaggi quando diventavano un problema. Abbiamo inserito nel cast una serie di persone del posto, nel libro qualcuno uccide il comandante mentre nella prima sceneggiatura del film lo uccideva Abram. Ho pensato però che sarebbe stato più spaventoso che continuasse ad esistere da qualche parte come un pericolo potenziale. Non si tratta di una politica per mettere fine alla guerra con i film, io credo che i film abbiano il potere di cambiare e creare

Come in True Detective c'è il tema della follia in cui precipita il ragazzo in tutta la sua innocenza, il bambino riesce veramente a rappresentare tutto quello che può vivere nella sua testa?
Abraham Attah: Dopo aver finito le scene andavo in camera mia e veniva qualcuno della produzione. Cercavo di fare pratica con le molte prove fatte con un mio amico, che mi aiutava a leggere la sceneggiatura. Nelle scene nella giungla avevo davvero paura per via dei serpenti. Quando il comandante mi picchiava avevo paura perché è la prima volta che giravo un film. Lui mi sembrava grande e avevo paura a rispondergli per via delle manone giganti. Per piangere ho cercato di ricordarmi quello che accadeva a casa mia
Cary Fukunaga: Il libro lo fa per la maggior parte. Questo è tutto preso dal romanzo che pone domande interessanti e ho scelto quelle che si mantenevano in linea con il suo viaggio emotivo

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