Il giardino delle vergini suicide    "IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.

Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi

Diario del "Visionario"
(martedì 12 Settembre 2000)

Eccoci al primo film ufficiale della nuova stagione, nel dopo-Venezia. Si tratta dell'opera prima di Sofia Coppola (figlia di Francis Ford Coppola). Arrivo trafelato e quasi in ritardo (anche perché la Lady Film è l'unica che proietta alle 10 del mattino), ma pieno d'entusiasmo (per quest'anno si prevede un netto miglioramento delle pellicole rispetto alla stagione scorsa).

La storia è abbastanza surreale: anni settanta; dei genitori bigotti opprimono le loro figlie con un'educazione talmente frustrante ed alienante che causa il suicidio della più piccola. Le altre quattro sorelle rimangono "segnate" da quest'esperienza interiorizzando il trauma e cercando di evadere dalla prigione che è diventata la loro famiglia.

Quando la Regista ha letto il libro di J. Eugenides - "The Virgin Suicides", da cui è tratto il film, è rimasta talmente colpita che ha voluto scrivere la sceneggiatura pur sapendo che i diritti per un eventuale adattamento erano già detenuti da altri. Alla fine chi la dura la vince (soprattutto se tuo padre ha una casa di produzione cinematografica) ed ha convinto tutti che lei sarebbe stata la scelta migliore per portare il romanzo sul grande schermo.

Tutto il film risulta, però, troppo ancorato ad una realtà legata alla piccola provincia americana con uno stile di vita, che per noi europei risulta decisamente surreale. Sicuramente valido il discorso di denuncia sociale sull'impatto che l'educazione familiare può avere sullo sviluppo della psiche di un figlio, ma l'estremismo delle scelte delle protagoniste risulta decisamente paradossale, soprattutto in considerazione della crescita morale che sembrano aver raggiunto verso la fine della narrazione.

Il lavoro, sotto l'aspetto puramente tecnico, resta comunque valido. Ottimi i due attori protagonisti James Woods e Kathleen Turner, spesso ingiustamente ignorati dalle grandi produzioni Hollywooddiane; molto buona anche la fotografia con alcune scelte di luci abbastanza ardite, forse stando vicino a Storaro la regista è riuscita a catturare qualcosa della sua magia. Sulla regia Sofia ha ancora spazio per migliorare, ma i maestri non gli mancano.

Un plauso va sicuramente rivolto agli AIR (duo francese) che hanno composto una gradevole colonna sonora, che peraltro, considerando i numerosi passaggi narrativi senza dialoghi, riveste un ruolo fondamentale.

Nel complesso un buon lavoro (nel suo ambito) che sicuramente riscuoterà consensi e che lascia aperte le porte ad un sicuro seguito.

La chicca:
In un'intervista rilasciata durante la mostra di Venezia, Sofia Coppola, commentando il suo film, ha detto: "l'altro giorno, parlando con mio cugino (Nicolas Cage), stavamo dicendo che nella nostra famiglia lavoriamo tutti nel mondo del cinema!" Che profonda riflessione.

Curiosità:
Sofia Coppola non è solo la figlia di Francis, ma è anche l'attrice (definizione imbarazzante) che impersona la figlia di Al Pacino nel "Padrino III". Per la serie: se come attrice non ce la faccio, forse come regista...

Indicazioni:
Guardate "Verissimo" o i programmi della De Filippi, leggete "STOP" o "Epoca": allora è il film per voi.


  
IL GIARDINO DELLE VERGINI SUICIDE

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