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"CRIMINALI DA STRAPAZZO"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato DAS |
Criminali da strapazzo (mercoledì 13 Dicembre 2000)
Quando negli ultimi anni ci siamo accinti a vedere un nuovo film di Woody Allen, confessiamolo, ci siamo andati sempre con la segreta speranza di poter ammirare ancora una volta il Woody Allen delle commedie irresistibilmente divertenti degli inizi. Ogni volta, pur non potendo non apprezzare il Woody Allen introspettivo ed autobiografico - dicevamo: "Sono comunque film di qualità" - uscivamo dalla sala vagamente delusi e prova ne era che ci ricordavamo benissimo di quelle tre o quattro battute che ci avevano fatto ridere.
Alleniani della prima ora esultate! Il buon vecchio Woody di "Prendi i soldi e scappa" è tornato!
Proprio così.
"Criminali da Strapazzo" è un film divertente e spassoso. La trama ruota intorno ad Allen, un "delinquente minorenne di terza età", ladro incallito e pasticcione che mette su una banda sgangherata per tentare di rapinare una banca. L'impresa, naturalmente, fallisce miseramente, ma, paradossalmente, dalla copertura usata per il tentativo di rapina, un negozio di biscotti, nasce un'azienda florida che farà la fortuna degli avventati rapinatori. La repentina ed inaspettata prosperità economica, però, non porterà gioia e felicità.
Ottimo il cast scelto da Allen. Eccezionale Tracey Ullman ("Pallottole su Broadway", "Ti Amerò Fino ad Ammazzarti") nel ruolo della moglie (Frenchy) rozza ma desiderosa di emanciparsi dall'ignoranza che la pervade. Perfetta anche Elaine May (l'indimenticabile Enrichetta di "È Ricca, la Sposo e l'Ammazzo") che interpreta una cugina di Frenchy, svampita e un pò tarda. Una nota merita anche Hugh Grant nel ruolo dell'educatore culturale della Ullman, attratto dall'improvvisa ricchezza di lei. Su tutti gravita, senza invadere le altrui sfere, un Allen ai limiti della senilità ma, d'altronde, non è che quando aveva 40 anni di meno brillasse per prestanza e baldanzosità.
Il film è ricco di battute esilaranti alle quali è difficile resistere. Come irresistibilmente kitsch sono le "mise" di Frenchy (anzi Frances come vuole farsi chiamare una volta diventata ricca per accedere nella high society). Indimenticabili sono gli arredi della casa dei due, vero campionario di cattivo gusto, tra i quali spicca una stupenda arpa posta al centro del salone ed un peluche gigante di David Gnomo nella camera da letto.
Cosa ci ha fatto ridere di più? L'insistenza di Frenchy nel far usare ai suoi ospiti le "coppette lava dita" durante una cena di gala offerta nella loro mirabolante casa.
Indicazioni: Consigliato agli "alleniani" di tutte le generazioni.
DAS
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