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"LA CENA DEI CRETINI"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Riflessioni sull'intervista al Regista e ai Protagonisti
Subito dopo la proiezione, si è tenuta una breve intervista al regista Francis Veber, già autore della sceneggiatura di quel capolavoro che è "Il Vizietto".
Ci ha subito confermato che il film è la riduzione di un suo lavoro teatrale del '94 che ha avuto un grande successo a Parigi (è stato in scena per 3 anni).
Il film è approdato in Italia, sempre grazie al "Media Programme" dell'UE, dopo aver girato tutta l'Europa ed il Sud America, riscuotendo numerosi consensi. I produttori della FILMAURO hanno comunque ritenuto doveroso precisare che il film viene distribuito per i suoi meriti e non perché veicolato dall'UE. Infatti è stato candidato a 6 Cesar e ne ha vinti 3 (sceneggiatura, attore protagonista e non protagonista). Tra l'altro è piuttosto difficile che una commedia vinca questo premio. "La Capra" ha avuto un successo anche maggiore di questo lavoro, ma non ha vinto alcun premio [n.d.a. - questo forse perché "La Cena..." ha una morale finale, mentre "La Capra", no!].
L'idea del film viene da uno scherzo diffuso circa 15 anni fa nella Parigi "bene", che Veber ha pensato di sviluppare. Tra l'altro lo stesso regista è stato vittima di questo scherzo senza però rendersene subito conto (è talmente appassionato di studio sulla stesura di una sceneggiatura che quando comincia a parlarne non si ferma più).
Il successo del film è stato ribadito anche dalla decisione di Steven Spielberg di acquistarne i diritti per un rifacimento in America; è ora in fase di stesura la sceneggiatura definitiva. Se sarà di suo gradimento Veber seguirà in prima persona la regia come ha già fatto per in "Fuga per Tre". Lo stesso Woody Allen si era innamorato del soggetto e specialmente della parte di Villeret (il cretino), ma la produzione non lo ha ritenuto un personaggio con un sufficiente richiamo sul pubblico, infatti in patria Allen è considerato un autore/attore europeo e, quindi, con basse possibilità di fare "cassetta".
È stato chiesto al regista cosa pensa del fatto che attualmente il cinema USA la fa da padrone in tutta Europa. Veber ritiene che il cinema francese, ma in generale anche quello europeo, soffra di un eccesso di contenuti legati alle proprie realtà e quindi manca di un respiro internazionale, che poi ne limita il successo all'estero.
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