Animal Factory    "ANIMAL FACTORY"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.

Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi

Diario del "Visionario"
(Martedì 26 Settembre 2000)

Sinceramente pensavo che non sarei riuscito a vederlo, invece...
La proiezione, prevista per le 21 non è nel solito posto (ma questo lo sapevo già). Arrivo alla sala e mi trovo catapultato nel set de "L'Alba dei Morti Viventi". Mi viene aperta una sbarra, non so da chi visto che non avevo suonato, e sono all'interno di un parcheggio enorme e...deserto. Arrivo ad una porta a vetri e suono tre campanelli diversi...non apre nessuno. Mi guardo in giro...niente.
Sana preoccupazione!
Non ho neanche la motosega o i paletti di frassino. Alla fine da una porticina sbuca fuori un tizio che mi dice: "venga, venga." Venga dove? Comunque alla fine arrivo all'agognata saletta.

Un film carcerario diretto da un attore, con un giovane detenuto ed un "vecchio veterano" che lo instrada all'arte di sopravvivere, dove l'ho già sentito..."Le Ali della Libertà", forse. La denuncia dello stato di violenza delle carceri americane e la difficoltà di reinserimento di un galeotto in una società normale, no, questo è "Brubaker". E allora... va bene è un copione originale in cui un giovane, di buona educazione ed estrazione, subisce la violenza psicologica del carcere che lo trasforma in maniera radicale rendendolo esattamente ciò che un istituto correzionale dovrebbe prevenire. Insomma, niente di nuovo all'orizzonte.

La regia è abbastanza scolastica, in linea con la trama, e gli attori, ad eccezione di Willem Dafoe, non sono certo dei mostri sacri, né di nome, né di fatto. A proposito di Dafoe, ultimamente recita sempre delle parti con forti componenti omosessuali, più o meno da quando a girato "Body of Evidence" con Madonna, significherà qualcosa? Nel complesso il film risulta "leggero", adatto forse più al circuito televisivo.

Vi sono tre piccoli ruoli "cameo" di attori decisamente più noti: Steve Buscemi (il regista) nel ruolo di un responsabile del carcere, Mickey Rourke è Jan (un galeotto) e Tom Arnold nella parte di Buck Roan (il detenuto che litiga con Ron).

La chicca:
"Meglio sovrani all'inferno che servi in paradiso!", questa affermazione ben si adatta all'angelo satanico impersonato da Willem Dafoe.

Curiosità:
Il film è girato nel penitenziario di Holmsburg (Philadelphia) che è stato chiuso ed abbandonato quattro anni fa ed ora ristrutturato dalla produzione.

Indicazioni:
Se siete affezionati al cinema "carcerario", non potete sicuramente perderlo.

  
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