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"AITANIC"
siamo andati a vederlo, in anteprima, per voi.
Resoconto del nostro inviato Valerio Salvi |
Diario del "Visionario"
(martedì 24 Ottobre 2000)
Quando si va a vedere un film, bisogna sempre recitare un mantra: non devo essere prevenuto, non devo essere prevenuto, non devo essere prevenuto..., con questo è necessario un mantra particolarmente potente.
Stavolta partiamo dai titoli di coda:
- Stima: quante persone vedranno questo film?. Risposta: prima o dopo aver letto le recensioni? Prima: 1.000. Dopo: 0.
- Creatività: Chi ha scritto la sceneggiatura, se così si può definire? Nino D'Angelo e Lorenzo de Luca, e questo spiega come è potuto accadere che il regista [Nino D'Angelo, appunto] si sia trovato concorde alla realizzazione del film.
- Soldi: Chi è il pazzo che dopo aver letto la sceneggiatura ne ha finanziato la produzione?: Aurelio De Laurentis ha dato forfait (dopo due tentativi), ma Di Clemente, utilizzando anche i fondi statali (quindi i nostri soldi), ha pensato di salvare il progetto. Che fortuna!
- Marketing: Chi comprerà il CD delle canzoni? Quello originali decisamente in pochi, ma la copia dal marocchino avrà sicuramente più successo.
La storia: quale? L'idea è quella di una satira, forse ispirata a "Titanic", una sorta di "Hot Shots" partenopeo; il risultato: un'accozzaglia di immagini e suoni che non provocano noia, ma solo fastidio. Il protagonista Leonardo Di Capri (!), lo stesso D'Angelo, è un tipico prodotto della sceneggiata napoletana con tanto di figlio al seguito e moglie divorziata e sposata con un uomo ricco. La donna che gli cambierà la vita, Sabina Began, è una prostituta romana in cerca di riscatto, poi abbiamo un cantante di grido, Neon (sempre D'Angelo,)chiaramente ispirato a Nek e due truffatori, uno napoletano e l'altro milanese (Giacomo Rizzo e Mauro Di Francesco). L'ironia, scandita da siparietti musicali, dovrebbe essere incentrata proprio sui trascorsi di Nino D'Angelo, ma il risultato è quanto mai penoso.
I momenti musicali del film hanno sempre degli aspetti decisamente comici, come il ciccione che urla "nun se magna!", o la contrapposizione tra "Nordisti" e "Suddisti" che ricorda molto l'impostazione dell'"Indietro Tutta" di Arbore. Gli artisti che interpretano i brani risulterebbero anche piacevoli se decontestualizzati dal resto (su tutti Pietra Montecorvino).
In ultimo merita particolare menzione il D'Angelo regista. Francamente non mi sento di condannarlo. Stabilito che inquadrature, montaggio e scelte di stile sono de sceneggiato televisivo, va peraltro considerato che i suoi maestri non sono certo stati Fellini, Antonioni o Visconti, ma i vari Ninì Grassia, Mariano Laurenti e Romano Scandariato; certo un pò di mestiere in più non avrebbe guastato.
La chicca: nel finale Nino D'Angelo canta con flashback del suo passato cinematografico, ironizzando sulla qualità di quei film [invece oggi...].
Curiosità: in una delle tante scene canore, tutti gli attori agitano dei pacchetti di sigarette. Incredibile, ma vero, nessuno ha sponsorizzato i pacchetti che hanno un imballo del tutto anonimo.
Indicazioni: Se siete appassionati della sceneggiata napoletana...non fa per voi, se amate la satira cinematografica...non fa per voi, se...non fa per voi!
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