Shoot'em up - Spara o muori!
L’immagine dell’uomo armato con neonato in braccio prende dichiaratamente ispirazione da "Hard-boiled" (1992) di John Woo, senza dubbio uno dei massimi capolavori del cinema d’azione insieme a "The killer" (1989), dello stesso regista.
Non a caso, è proprio Peter Pau, direttore della fotografia di "The killer", poi premiato con l’Oscar per "La tigre e il dragone" (2000), ad illuminare magnificamente la sporca e cupa metropoli in cui si muove il solitario e arrabbiato Smith, cui concede anima e corpo Clive Owen ("Inside man"), impegnato, con l’aiuto della prostituta DQ, con le fattezze di Monica Bellucci ("La passione di Cristo"), ad evitare che un bimbo orfano appena nato finisca ucciso da una misteriosa squadra di spietati killer capeggiata dal perfido Hertz, interpretato dal sempre grande Paul Giamatti ("Sideways-In viaggio con Jack").
Quindi, la storia altro non rappresenta che un pretesto per poter omaggiare, fotogramma dopo fotogramma, il succitato maestro cinese della Settima Arte, tra double gun fight, ralenti e macchina da presa apparentemente senza controllo.
Ma, sorvolando sulla solita, ridicola prova della Bellucci, che se fosse doppiata da qualcun altro forse funzionerebbe, il risultato finale è tutt’altro che una banale accozzaglia di citazioni e situazioni già viste; perché dietro la macchina da presa non abbiamo un signore qualsiasi, bensì quel Michael Davis che, ad insaputa della maggior parte del pubblico e della critica, ha già avuto modo di rivisitare in maniera originale generi come la commedia romantica (“100 ragazze”, “Girl fever”) e l’horror (“Monster man”), filtrandoli attraverso un atipico sguardo ironico dovuto ad un personale tocco bizzarro.
Tocco bizzarro che qui, a partire dal violentissimo incipit, finisce per attraversare interamente quello che potremmo azzardarci a definire un action-movie heavy metal (Motörhead e AC/DC nella colonna sonora) senza tregua, tra assurde sparatorie che oltrepassano le leggi della fisica (è già cult quella intrapresa ad alta quota), carote usate a mo’ di armi mortali e la memorabile scena di sesso e azione, mentre Owen incarna superbamente un innovativo eroe più corretto, nonostante i suoi modi poco ortodossi, dell’infinità di personaggi falsamente politically correct che costellano il quotidiano vivere.
Perché, in mezzo all’abbondanza di splatter e pallottole volanti, "Shoot 'em up-Spara o muori" riesce perfino ad incarnare le fattezze di allegorico inno alla famiglia, con tanto di attacco alla strumentalizzazione politica delle nascite, intrattenendo efficacemente lo spettatore grazie al suo look di emozionante fumetto di pellicola da sfogliare con gli occhi.
Del resto, nell’ambito della finzione cinematografica assume grande significato proprio una frase di Hertz-Giamatti: "La violenza è una delle cose più divertenti da guardare".

La frase:
- "Sapete perché una pistola è meglio di una moglie?"
- "Non lo so"
- "A una pistola metti il silenziatore".

Francesco Lomuscio

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