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Un giorno per sbaglio
...C'è "questa" coppia, i Manning, di mezza età, che vive felice e tranquilla nella campagna londinese: lui un ricco finanziere, lei una casalinga insoddisfatta e dalla doppia vita. Un giorno i due vengono a sapere che un loro caro amico è rimasto vittima di un pirata della strada.. La trama di "Un giorno per sbaglio" potrebbe essere raccontata così, come se stessimo raccontando una barzelletta su di un palcoscenico dimesso e dalle luci soffuse, in un locale fatiscente della periferia newyorchese. E' facile così immaginare il pubblico che con gli occhi rivolti al palco sembrano dirti "..e poi?..e poi che è successo?..". Allora la domanda è: come potremmo dire loro che "poi" non succede niente?
Il film che segna il debutto alla regia dell'inglese Julian Fellowes, autore di sceneggiature quali "Gosford Park" e "La fiera delle vanità", è un elegante, e un po' ambizioso, gioco delle parti che però finisce, nell'altalenante interesse suscitato dalla trama, per mancare il bersaglio. Proprio come nel racconto di un episodio comico, il film inizialmente suscita una crescente curiosità per la vicenda dei Manning, ma in definitiva finisce per deludere le aspettative. La trama si trascina senza grandi slanci emotivi o di pathos e risulta, in ultima analisi, fredda, distaccata, e a tratti perfino poco credibile. Apatica.
La regia, di contro alla trama, è ben orchestrata e dimostra le buone capacità dell'esordiente regista. L'unico appunto che si potrebbe rimproverargli è quello di essere un po' frettolosa in alcuni stacchi narrativi: un montaggio più posato e più ragionato avrebbe reso la pellicola un po' più godibile. Impulsiva.
Musiche senza infamia e senza lode, ma attori in parte: bravo Rupert Everett nei panni del cinico Bill Bule, personaggio ambiguo e "odioso" che trova nei panni dell'attore inglese una degna incarnazione. Incisivi anche i protagonisti Emily Watson e Tom Wilkinson, che sfruttano tutta la loro esperienza cinematografica per rendere credibile una trama che, probabilmente senza di loro, non lo sarebbe stata. Ancore.
Concludendo "Un giorno per sbaglio" è un film interessante, ma un po' prolisso, intrigante, ma poco credibile, amaro, ma in fondo buonista: queste duplici identità rendono una pellicola promettente un clamoroso buco nell'acqua.
Peccato per il pubblico che ancora sta aspettando una degna conclusione per quella barzelletta...
La frase: "...A costo di sembrare presuntuoso, mi piace fare quello che è giusto...".
Diego Altobelli
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