Sentirsi dire - quello che i genitori non vorrebbero mai
Il cinema indipendente è il cinema della passione, unico motore di produzioni che non portano alti guadagni, quando ne portano. Giuseppe Lazzari, nel suo primo film ce ne ha messa di passione, portando avanti un progetto che ha realizzato interamente a sue spese.
Primo lungometraggio italiano realizzato interamente in 4K, massimo grado di risoluzione digitale, "Sentirsidire" racconta le storie parallele di Ludovico (Francesco Mariottini) e Filippo (Vincenzo Taormina), benestante e superficiale il primo, dignitoso e umile il secondo. Due vite diverse, che si incroceranno nella città di Milano, per dare vita ad una profonda amicizia, capace di cambiare entrambi.
Trattandosi di un’opera prima, non mancano momenti di debolezza narrativa, e a volte i dialoghi prendono una piega un po’ retorica, se non moralistica, ma questo non deve distogliere l’attenzione dalla validità contenutistica e formale del film. Una regia per niente classica e un montaggio creativo, sono accompagnati da un suggestivo uso del sonoro, capace di comunicare perfettamente la cupezza e la drammaticità degli avvenimenti. Degna di nota è la colonna sonora,indubbiamente azzeccata, costituita dalle canzoni di due artisti non nuovi al panorama cinematografico: Damien Rice eJames Morrison.
Le vicende dei due protagonisti sono alternate seccamente, allo scopo di accentuare (anche attraverso la bella fotografia di Luca Coassin, che ben differenzia l’atmosfera di Agrigento da quella di Milano)il divario tra nord e sud Italia, tra un ambiente ricco ed uno povero, tra due ragazzi che hanno avuto dalla vita possibilità diverse, ma che provano uguale insoddisfazione.
Esordio per il regista e prima esperienza sul set per i due attori protagonisti. Il ballerino Mariottini, si dimostra ben entrato nel ruolo di Ludovico e l’attore novizio Taormina, interpreta un Filippo a cui è impossibile non affezionarsi.
Annunciato dal web, questo film di denuncia arriva a scuotere le coscienze dei giovani a cui piace sentire storie di giovani come loro.Il regista lo definisce "una spaccatura della parte cupa dell’Italia", e, in effetti, lo è. Si tratta di un film per niente leggero ma drammatico e di forte impatto emotivo. Un film in cui la macchina da presa si muove molto all’interno dello spazio perché vuole vederlo tutto, non vuole perderne nemmeno un frammento. Nessun dettaglio sfugge all’occhio attento di Giuseppe Lazzari, scrupoloso al massimo nel voler raccontare ai giovani (ma anche agli adulti, genitori e non) cosa succede agli altri giovani, e non c’è niente di irreale o di esagerato in questo: la storia dei due amici procede nell’assoluto rispetto di una realtà che l’Italia conosce bene da qualche anno a questa parte.
La frase:
"Se fai determinate cose, le conseguenze possono essere disastrose".
a cura di Fabiola Fortuna
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