Il re scorpione
Ci si sente un pò come se si fosse di fronte alla saga di "Star Wars" ovvero un sequel de "La Mummia" che di fatto è un prequel: "Il Re Scorpione" ci racconta la storia dell'ascesa al trono di Mathayus (The Rock) un accadiano che conquisterà il titolo di Re Scorpione per poi percorrere quella strada che abbiamo già visto ne "La Mummia".
Prima della costruzione della Grande Piramide e dell'ascesa del popolo egizio, troviamo Mennone (Steven Brand), un crudele sovrano che, utilizzando le doti di preveggenza di Cassandra (Kelly Hu) non si fa scrupolo di far strage dei suoi nemici. Disperati i nemediani, capitanati da althazar (Michael Clarke Duncan) decidono di assoldare un gruppo di sicari accadiani, i migliori assassini dell'epoca, per uccidere la strega di Mennone.
Matahyus scoprirà che non è poi così semplice assassinare un'indovina in grado di prevedere le mosse del suo nemico.
Chuck Russel ("The Mask") riporta sul grande schermo un genere che sembrava morto e sepolto: l'"eroic fantasy"; l'atmosfera che si respira è quella del "Conan" di John Milius, con pochi artifici grafici e molto sudore ed acciaio, estremamente efficace ed affascinante. Lo stesso protagonista, The Rock ovvero Dwayne Johnson, ricorda decisamente l'Arnold Schwarzenneger degli esordi, anzi è addirittura più espressivo (non che ci voglia molto).
La storia confezionata da Jonhatan Hales ricalca molto le idee di Robert E. Howard (il creatore di Conan), infatti ci propone un barbaro in terra straniera, che sfrutta la sua abilità per conquistare il trono in mano ad un pessimo re (come successe per la corona di Aquilonia); a questo viene aggiunto un pò di mito classico come la veggente Cassandra (che qui non predice la distruzione di Troia) o l'arco, di odisseiana memoria, che può essere utilizzato solo dal suo legittimo padrone. Ma la miscela è comunque ben fatta: le scene spettacolari non mancano, i protagonisti sono quelli giusti ed alla fine si passano novanta minuti in grande scioltezza.
Interamente girato in America a cavallo degli studios di Los Angeles e degli esterni in California ed Arizona, l'unica difficoltà è stata relativa all'utilizzo di luci che potessero simulare la totale assenza di energia elettrica. A tal proposito i tecnici hanno creato delle speciali lampade, ribattezzate "ruote di fuoco", che sfruttano una serie di lampade ad incandescenza variabile, con un gel che ne aumenta il calore in modo da simulare l'effetto di un fuoco.
La frase: "Possano gli dei avere pietà di te, perché mio fratello non ne avrà!"
Curiosità: durante la lotta tra Mathayus e Balthazar, Johnson ha colpito Duncan con troppa foga e lo ha messo letteralmente al tappeto, e considerando la stazza di Duncan non è facile!
La chicca: per evitare di avere la "R" di "restricted", una forma di censura per i più piccoli del mercato americano, non si vede mai direttamente il sangue nonostante i numerosi combattimenti con armi da taglio.
Indicazioni: Per una serata in evasione totale.
Valerio Salvi
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