Trama: Siamo nel Corno d'Africa, una regione del mondo che è ciclicamente sconvolta dalla siccità. Qui, nelle aride distese dell'Oromia (Sud dell'Etiopia), si estende il territorio dei Borana, una popolazione di pastori seminomadi che gestiscono le loro scarse riserve d'acqua attraverso una organizzazione di tipo comunitario e ne garantiscono l'accesso a tutti senza nessuno scambio di denaro. Pozzi centenari conosciuti come “pozzi cantanti”, scavati a mano nella roccia e gestiti con
il lavoro volontario dei pastori, permettono la sopravvivenza di questa popolazione e del
loro bestiame nei lunghi periodi di siccità annuale, quando migliaia di persone e decine di
migliaia di animali si avvicinano ai pozzi per sopravvivere. C'è una regola non scritta nella gestione dei pozzi secondo cui nessuno può essere escluso dal loro utilizzo. Come se in questa remota regione del pianeta l'acqua assurga a simbolo di elemento unificante e
pacificatore persino tra gruppi di etnie differenti, spesso in conflitto tra loro. Il documentario segue le vicende che ruotano intorno alle attività di un antico pozzo nel
corso della lunga stagione secca fino all'arrivo delle tanto attese piogge annuali. In questo periodo tutte le attività quotidiane dei Borana riguardano il pozzo. Ogni giorno i pastori più giovani si dispongono a formare lunghe catene umane per raggiungere le profondità dei pozzi e portare l'acqua in superficie. Il loro lavoro è scandito da un canto che emerge e si spande nell'aria fino a raggiungere le grandi mandrie che si avvicinano lentamente dopo giorni di cammino in cerca di pascolo e che finalmente giungono per abbeverarsi. In questo periodo il pozzo si eleva a piccolo sistema sociale e dalla sua osservazione darà idea del delicato equilibrio del rapporto tra uomo e natura che regola la sopravvivenza delle popolazioni pastorali dell'Africa in questa epoca storica. Mentre nel mondo intero l’accesso all’acqua potabile non è ancora considerato un diritto fondamentale dell’Uomo, i Borana meritano una particolare attenzione per la loro straordinaria capacità di garantire un accesso libero ai loro pozzi in una delle regioni più aride del pianeta.