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Roman Polanski: A Film Memoir











Sono le immagini di notiziari televisivi che parlano dell’arresto di Roman Polanski a introdurre la lunga conversazione tra Andrew Braunsberg e l’autore di "Rosemary’s baby (Nastro rosso a New York)" dinanzi alla camera di ripresa di Laurent Bouzereau.
Conversazione che, prodotta, tra gli altri, dal nostro Luca Barbareschi e immortalata nel 2009 a Gstaad, all’interno della casa in cui il regista di origini francesi fu costretto a rimanere agli arresti domiciliari per diversi mesi, mira a raccontare la sua tormentata e controversa vita; dall’infanzia trascorsa nel ghetto di Cracovia all’incontro con la moglie Emmanuelle Seigner, donna che gli ha cambiato l’esistenza, con tanto di ritagli stampa, foto personali mostrate in esclusiva ed estratti dei propri film.
Dal periodo londinese di "Repulsione" (1965), opera che ammette di non avere mai amato particolarmente, a "Luna di fiele" (1992); passando per il grande successo di "Chinatown" (1974) e il non memorabile esito al botteghino de "L’inquilino del terzo piano" (1976), trasformatosi, comunque, in un cult-movie.
Mentre, tra un ricordo commosso del padre e il racconto relativo all’uccisione della madre nella camera a gas, non solo vengono svelate le reali fonti d’ispirazione per la realizzazione de "Il pianista" (2002), pellicola che gli ha permesso di conquistare il premio Oscar, ma apprendiamo sia che riteneva il servizio militare un vero incubo, sia che ha imparato a leggere grazie ai sottotitoli dei film, in quanto a scuola non andava affatto bene.
Attraverso circa novantaquattro minuti di visione che, senza dimenticare neppure aneddoti relativi a "Cul-de-sac" (1966) e "Per favore, non mordermi sul collo" (1967), non mancano, ovviamente, di tirare in ballo anche il massacro di Bel Air, attuato nel 1969 dalla combriccola del folle Charles Manson ai danni dell’allora compagna polanskiana Sharon Tate, incinta grossa.
Novantaquattro minuti non molto distanti, in fin dei conti, dalle varie interviste che popolano le sezioni extra di tanti dvd, ma che, ancor prima che nella forma e nella messa in scena, individuano il loro maggiore motivo d’interesse nelle parole di Polanski stesso; i cui racconti finiscono per delineare il ritratto di un uomo da sempre diviso tra l’amore per la famiglia e i fatti di cronaca che hanno contribuito a fargli ottenere la fama di artista maledetto, spingendolo anche a chiedersi se il libero arbitrio esista davvero o se sia tutto già scritto.

La frase:
"Sono ricercato da una parte e desiderato dall’altra".

a cura di Francesco Lomuscio

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