R.I.P.D. - Poliziotti dall'aldilà
E anche stavolta il fumetto diventa un film, ecco quindi: "R.I.P.D. - Poliziotti dell’aldilà", che riprende l’omonima serie di graphic novel di Peter M. Lenkov. I fumetti pubblicati, sul finire degli anni Novanta, dalla Dark Horse Cominic di Mike Richardson seguono la scia di popolari fumetti come "Hellboy" pubblicato dalla stessa casa editrice. A dirigere questa nuova impresa è il regista Robert Schwentke, che cerca di creare un’opera originale, dai ritmi frenetici e dalle battute divertenti, una vera e propria commedia in stile blockbuster restando però il più possibile fedele al fumetto.
Tutto ha inizio quando i detectives della polizia di Boston, Nick Walker, interpretato da Rayan Reynolds, insieme al collega Bobby Hayes, ossia Kevin Bacon, sottraggono illecitamente una cassa piena d’oro durante un’operazione di polizia, è a questo punto che il senso di colpa comincia ad agitare Nick che decide di tirarsene fuori, ma è troppo tardi... Nick si ritrova improvvisamente nell’aldilà sulla poltrona di un ufficio bianco e immacolato, e di fronte ha Mildred Proctor, interpretata da Mary-Louise Parker, capo della divisione R.I.P.D di Boston, ossia il "Dipartimento Riposa in Pace". Il nuovo compito di Nick sarà quello di catturare gli spiriti malvagi e mostruosi, che dopo la morte vagano ancora sulla Terra assumendo sembianze umane, e riportarli a casa per "L’Ultimo Giudizio". Sono anime destinate all’inferno che si rifiutano di andare nell’aldilà e scelgono di nascondersi nel mondo reale portando distruzione e malvagità. Dopo 15 anni di lavoro nella polizia sulla Terra questa dovrebbe essere una passeggiata per lui, ma in realtà la prima difficoltà per Nick sarà trovare un legame con il suo nuovo "collega": Roy Pulsipher, interpretato da Jeff Bridges, uno sceriffo sudista vissuto nel 1800. Inizia l’avventura fra esplosioni, pallottole e inseguimenti... che trasformano l’opera in uno spettacolo surreale e grottesco a tratti divertente, caratterizzato da situazioni a volte decisamente assurde e bizzarre, forse anche troppo. E’ questo il vero problema della pellicola: il cercare di far ridere a tutti i costi il suo pubblico forzando a volte la mano e utilizzando stilemi già visti, cosa che non è piaciuta ai critici americani che hanno fin dall’inizio etichettato questa pellicola come la più brutta dell’anno 2013 scardinando le fondamenta della storia, sostenendo che sostanzialmente sia una "scialba copia" di "Man in black". Sono 90 minuti di una storia lineare, senza grandi colpi di scena, dalle idee poco originali e dai personaggi poco caratterizzati e che oltretutto utilizza gli effetti speciali per dare all’opera un aspetto troppo da "fumetto". "R.I.P.D" unisce in sé diversi generi partendo dall’idea del classico poliziesco ossia un buddy daddy, si sviluppa con elementi soprannaturali infarcendosi di topic derivanti dalle commedie, ma... manca qualcosa, quel quid che spinge lo spettatore a ridere durante le scene importanti o che lo avvince per la drammaticità. Lo spirito con cui è girata questa pellicola è quello in realtà di intrattenere, è questa l’operazione che Schewntke cerca di realizzare, facendolo indubbiamente con successo... ma era il caso di portarlo al cinema? Effettivamente sembra più un film da affittare una sera invernale con gli amici o da godere tranquillamente seduti sul divano dopo una pesante giornata lavorativa.
La frase:
"Pensi di aver avuto una brutta giornata di lavoro? Credo di averti battuto".
a cura di Federica Di Bartolo
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