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Pesi Leggeri
Claudio (Claudio Moranti) è un procuratore di boxe e cura gli interessi di Nino (Carmine Recano), un buon talento. Un giorno nella palestra di Claudio e Mellis un ex campione, arriva Giuseppe (Davide Delogu), un ragazzo chiuso e violento. I rapporti fra Nino e Giuseppe degenerano quasi subito anche a causa di Maddi (Emanuela Cau) la quale, per vendicarsi di Nino che la trascura, si avvicina a Giuseppe. Intanto, il proprietario di un'altra palestra cerca di organizzare un incontro poco pulito, nel quale devono scontrarsi proprio Giuseppe e Nino. Claudio cerca di opporsi in ogni modo, ma invano: l'incontro si farà. Dopo la vittoria di Nino, il procuratore cerca di consolare il perdente e gli promette che ne farà un bravo pugile. Decadente, debole, poco convincente, più che un film sul mondo della boxe italiana, sembra un remake sfigato di Rocky. Il campione in questione è un ragazzo afflitto da gravi problemi familiari, senza un lavoro, con una fidanzata che gli chiede continue attenzioni, il procuratore è pieno di debiti, si arrangia cercando di vendere case fatiscenti, l'antagonista è un povero disgraziato, senza madre, costretto a lavorare nella falegnameria paterna. È un film di uno sconforto tale che non si capisce perché il pubblico dovrebbe pagare il biglietto per vederlo. Non c'è un minimo di speranza, sembra che tutto debba andare per forza male: le ambientazioni sono sempre cupe, scure, la palestra è decrepita, tutti sono angosciati per qualcosa. Non c'è nessuno felice. O forse si, l'istruttore di balli latino-americani a cui è stata affittata una parte della palestra. Trovata questa che poteva esserci risparmiata: ogni occasione è buona per contrapporre il machismo imperante fra i pugili alla soavità della danza. Il contrasto che ne risulta, però, è forzato e inutile. La vicenda si svolge a Cagliari, che dalla pellicola risulta essere una città cupa, in rovina, con immense strade deserte, campi da calcio sconnessi, palazzi bruttissimi. Sembra che non esista un centro storico, un giardino carino dove incontrarsi, sembra che ci sia solo periferia desolata. Non mi sembra, invece, che la città sia così: Cagliari è piena di luce, viva, decisamente lontana dalla visione del regista. Evito di approfondire il giudizio sui dialoghi che mi sono sembrati poco reali, e spesso forzati. Anche i personaggi sono poco veri: Maddi e Giuseppe sono eccessivamente misteriosi, Claudio troppo evasivo e poco concreto per essere un procuratore sportivo. Insomma il film è un'accozzaglia di idee sulle quali il regista rimuginava da un pò. Il suo intento era quello di "raccontare una città particolare nelle sue vedute e nei suoi umori", il risultato però è molto lontano dai propositi e lascia molto a desiderare.
Teresa Lavanga
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