Passione
L’attore, regista e sceneggiatore americano di origine italoamericana John Turturro torna al Lido proponendo un’opera originale, divertente, ironica, capace di toccare il cuore degli spettatori grazie alla passione e all’energia che pervade questo lavoro. E’ l’energia e la forza tipiche delle più celebri canzoni napoletane che hanno fatto la storia della musica italiana. Il vecchio e nuovo si incontrano, tradizione e modernità si fondono e si mescolano insieme dando vita a degli arrangiamenti inediti e coinvolgenti capaci di ridare nuova linfa a questo genere musicale. Le storie delle canzoni si rinnovano, si reinvestano dando luogo a nuovi e moderni "poesie" inedite cantate da una nuova generazione di talenti che conquistano il pubblico. "Passione" è un viaggio nel tempo nel cuore della città solare città partenopea, ricca di colori e di vita, piena di contrasti e dissidi, di amore e "passione". E’ questo spirito che Turturro cerca di catturare riportando la tradizione musicale per le strade, le piazze e i palazzi, luoghi noti e non conosciuti della città di Napoli, il luogo in cui è nata, accompagnando il suo spettatore per mano alla scoperta di questo mondo. Napoli viene eletta a "più grande juke –box del mondo" ed ecco che torna a parlare di amore, gelosia, tradimento, immigrazione, guerra-pace, protesta in un mix scoppiettante di colori e suoni. Ogni canzone è caratterizzata da una "sceneggiata", che è un’elaborazione in chiave moderna della famosa "sceneggiata napoletana", un genere di rappresentazione popolare che alterna il canto con la recitazione e che in questo caso vede aggiungersi il tocco attuale della danza, realizzando dei veri e propri videoclip. Un esempio è il "Canto delle lavandaie del Vomero" un testo del 1200 che viene arricchito da una coreografia e scenografia quasi onirica e ben presto al loro posto appare la città di Napoli in tutta la sua bellezza e su queste immagini riecheggia la voce di Pino Daniele con "Napul’è". Le voci dei grandi interpreti del passato si alternano e sovrappongono a quelle di interpreti moderni, capaci di continuare la gloriosa tradizione, donandogli un po’ di loro stessi. Ci sono ben pochi dialoghi e tutti hanno la funzione di introdurre e spiegare una particolarità di questa tradizione, di commentare e ricordare ciò che era. Ad aprire la strada a questa corsa con e nel tempo, questa immersione nella musica, è in primis la grande Mina, a cui si aggiungono attori e cantanti come Massimo Ranieri e Lina Sastri che si scontrano sulle note di "Malafemmena", scritta da Totò (Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curtis nato a Napoli nel 1898 e morto a Roma nel 1967). Accanto a loro artisti come Misia, Pietra Montecorvino, M’Barka Ben Taleb, Maz Casella, Raiz, James Senese, Avion Travel, Pino Daniene, Gennaro Corsmo Parlato, Peppe Barra e molti altri. Musica, coreografia e recitazione si mescolano insieme dando vita ad un’opera romantica, profonda, vitale, frizzante ed allegra dal tono vivace che conquista lo spettatore. Non vi è nostalgia in questo docu-film, poiché la musica non muore mai e continua a vivere nel cuore e nella voce di chi la canta. E’ un’opera divertente e scanzonata, che acquista spesso i caratteri del gioco soprattutto nella sceneggiata in cui Fiorello canta, ovviamente in playback, "Caravan petrol" seduto su un mulo vicino a Pozzuoli accompagnato dallo stesso regista Turturro e dallo sceneggiatore Federico Vacalebre.
La frase: "Ci sono posti che vedi una volta sola e ti basta... e poi c'è Napoli".
Federica Di Bartolo
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