Titolo film: |
ACAB - All Cops Are Bastards |
Opinioni presenti: |
24 |
Media Voto: |
7.5 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Il Recensore, 28 anni, Firenze
Tutti poliziotti appassionatamente |
Voto 7 di 10 |
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Dal regista della serie tv di Romanzo criminale, Stefano Sollima, arriva ACAB, il suo primo film per il cinema. Regista di respiro, una volta tanto, internazionale, dotato di ottimo stile tecnico ed estro visivo robusto nonché di buona cura nella direzione degli attori: quest'opera è tratta da un romanzo la cui storia racconta di un gruppo di poliziotti celerini con annessi problemi esistenziali.
Se è vero che la trama del film non è il suo forte costituendo una cornice con uno sviluppo abbastanza lineare, il vero cuore dell'opera si presenta da subito l'alto livello di maturità contenutistica e visiva, raro per un film italiano, capace di disegnare personaggi a tutto tondo, mai positivi né completamente negativi, sempre sulla sottile linea rossa dell'ambiguità morale e umana ma senza facili buonismi manichei, senza mai la commediola dietro l'angolo.
Film, quindi, assolutamente lontano da certo cinema nostrale sloganistico e semplificato, questo ACAB, anzi, cresce alimentato da una volontà di rappresentazione sobria, realistica, contenuta eppure capace di dare veri e propri pugni nello stomaco allo spettatore il quale si ritrova accanto ai poliziotti in orge atroci di delirio e dolore. Lo stile del regista è veloce, carico di begli intermezzi conditi di ottima musica, uno stile forte e diretto che non risparmia la violenza ma nemmeno la esibisce a bella posta. E' uno sguardo imparziale su un mondo di degrado e onore, uno sguardo lucido, illuminato da una fotografia gelida e notturna e narrato con partecipazione emotiva ma senza mai sfociare nel melodramma facile o nel giudizio morale.
Qui tutte le storie e le vicende umane sono genuine e al servizio dei bravissimi protagonisti (fra tutti Favino, come sempre ben calato in una parte mai sopra le righe) che ci fanno affezionare a questi individui spezzati dalla vita ma con la schiena sempre dritta. Un'epica del mestiere del poliziotto, a suo modo necessaria e nuova, ma priva di fronzoli e dialoghi rimasticati, fuori da ogni schema televisivo dei vari distretti di polizia e da ogni facile banalizzazione: un riuscito affrancamento dagli schemi commerciali eppure abbastanza furbo e fresco da appassionare e coinvolgere senza annoiare.
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Questa opinione è stata scritta da:
Il Recensore
28 anni
Firenze. |
(10 Febbraio 2012) |
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