Che dire... orami basta davvero poco per gridare al capolavoro. Little Miss Sunshine raccoglie in un solo film una marea di stereotipi e di luoghi comuni del cinema cosiddetto "indipendente e anticonformista". Il tutto inserito in una trama esile e sconclusionata allo stesso tempo. Il tanto strombazzato "humour nero" si risolve in una serie di momenti che stanno a metà tra il surreale e il farsesco triviale. Il messaggio di fondo è il solito trito e ritrito "siamo strambi ma alla fine siamo più veri delle famigliole borghesi e ipocrite". La vicenda, di per sè priva di senso, della bambina bruttina che parteciperà al concorso di bellezza in California, si arricchisce di una serie di eventi tra il catastrofico e il tragicomico, senza però aggiungere granchè nè alla storia nè allo spessore psicologico dei personaggi, poco più che macchiette. Alcune scene sono talmente sciocche e forzate che ci si aspetta che spunti Ben Stiller... Sfortunatamente non c'è nemmeno l'attenuante della commedia volutamente idiota... Little Miss Sunshine prosegue la sua marcia zoppicante, come lo sgangherato pulmino di famiglia, verso la conclusione della vicenda, che è, se possibile, la parte peggiore del film. In pratica un'ode alla disfunzionalità familiare, mascherata, maldestramente, da satira sociale. Peccato che tale satira contro i perbenisti risulti alla fine più perbenista dei perbenisti stessi... Insomma, il film ripropone, estremizzandola, la solita, sfruttatissima e ormai scontata, critica alla borghesia americana. Niente di nuovo sotto il sole... Little Miss Sunshine è deludente come commedia, è deludente come road movie, e imbarazzante come film "di denuncia". A dire il vero non riesco a trovare un solo aspetto da salvare. Eppure ha riscosso un successo non indifferente... Potenza dello snobismo intellettuale di critica e di parte del pubblico.