Titolo film: |
Gli amici del bar Margherita |
Opinioni presenti: |
17 |
Media Voto: |
4.5 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Silvano, 60 anni, Cormano (MI)
Pupi Avati rinnega tutta la sua storia |
Voto 3 di 10 |
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Da una vita sono un grandissimo estimatore di Pupi Avati, l'ho sempre difeso dall'accusa che spesso gli viene mossa di "girare sempre lo stesso film", che per me è un pregio, in quanto nei suoi film egli ci parla sempre della sua giovinezza e della sua vita, ma questo film mi ha profondamente deluso. E’ vero che da un po’ di anni Pupi ha cominciato a farci sapere che la compagnia dei suoi anni giovanili non era composta solo di persone meravigliose, unite, legate da un vincolo indissolubile, come apparirebbe dai suoi primi film... è vero che nei suoi due film sul poker ha parlato di cattiverie, vigliaccherie, interessi personali... è vero che nel bellissimo e poco conosciuto “Dichiarazione d’amore” ci ha invitati a non chiederci come sarà stato il futuro della bella, vincente ed irraggiungibile che ciascuno di noi ha sognato nell’adolescenza e perso di vista per sempre... ma un film così da lui non me lo aspettavo. Come se Olmi facesse un film blasfemo ed inneggiante all’ateismo, come se Salvatores ci dicesse che il Sessantotto ha prodotto solo eroina e Brigate Rosse... Gli amici del bar Margherita che dànno il titolo al film sono persone squallide, amorali, profittatrici, cattive non solo con gli altri, ma soprattutto tra di loro. La critica ha parlato di “Amici miei”, ma nel capolavoro di Monicelli i personaggi tra di loro si vogliono bene e si proteggono a vicenda, ho sentito avvicinare il film ai “Vitelloni”, ma qui è del tutto assente la critica di costume. Il regista fotografa questo squallore, questi personaggi senza un minimo di correttezza (e questa amoralità coinvolge anche i personaggi estranei al bar: dal nonno alla maestra di piano, -si salva solo la madre...), ma non mi sembra partecipe dell’amarezza che assale lo spettatore. Certo il film ha anche dei pregi: dalla ricostruzione d’ambiente accuratissima ad una recitazione splendida (tutti bravissimi da Abatantuono a Cavina, dalla Chiatti alla Ricciarelli), ma alla fine uno si chiede che senso avesse frequentare il bar Margherita nel 1954 e soprattutto che senso abbia parlarne oggi.
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Questa opinione è stata scritta da:
Silvano
60 anni
Cormano (MI). |
(4 Giugno 2009) |
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