Titolo film: |
Shooting Silvio |
Opinioni presenti: |
17 |
Media Voto: |
4.5 - |
Altre risorse sul film:
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Chiara, 21 anni, Napoli
somethink about us |
Voto 9 di 10 |
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Nell’orizzonte in cui certezze e valori crollano, l’ordine apparente si scopre essere l’insieme di tanti piccoli frammenti che aprono lo spazio al caos. un caos esistenziale in cui kurtz, come il colonnello di “apocalypse now” disertore nella giungla (in questo caso non spazio geografico, ma politico-sociale e psicologico), propone ai suoi amici di scrivere un libro collettivo su berlusconi, ma per tutti è un’idea intollerabile. tormentato e incompreso, solo e vulnerabile kurtz cerca di affermarsi attraverso l’azione, da lui stesso subita, prima e oltre il suo controllo, per ri-solvere la propria krisis, consapevole di non poter ricostituire un nuovo ordine senza che prima venga annichilita, eliminata fisicamente la causa che ha portato ad una totale decadenza. la tras-formazione del personaggio dà inizio ad una tensione che lo porta a prendere coscienza di quanto il male sia terrificamene “normale” e la sua azione irreparabile. il film mette insieme con sapienza l’omicidio del thriller politico, la costruzione temporale e psicologica del luogo della “colpa” del noir, documenti di repertorio e di “reportage animato”. giovanni- kurtz- l’italia, maschere che si fanno finemente ironiche nel tragico ritmo dell’esistenza, come se fossero specchio infedele del proprio destino. maschere che si riflettono e si riconoscono simmetriche e speculari alla propria finzione, alla propria finitezza. la ricerca di un senso, l’importanza di sentirsi vivi di quel vivere che consente l’interrogazione intorno ai suoi enigmi. la lenta, progressiva, silenziosa catastrofe morale e politica. la catastrofe dell’io (e di ogni sua esistenza oggettuale). la catastrofe che solo il cinema può rendere viva alla memoria. perpetuando, forse, un semplice, flebile, eppur irrinunciabile, miraggio, senza il quale ci sentiremmo come persi al buio (con la pauradelbuio). siamo occhi di un mondo che ci appartiene e intimamente ci ri-guarda. occhi che devono conservare la visione di un dolore presente, di un corpo irrimediabilmente compromesso. un film coraggioso che non censura la minaccia, ma l’affronta, che osa dove nessuno ha mai osato, trascinando impietosamente la realtà davanti i nostri occhi giudicanti a sancire il suo stesso (finale) destino. il film ci risucchia in un vortice che com- muove. [-]
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Questa opinione è stata scritta da:
Chiara
21 anni
Napoli. |
(5 Febbraio 2008) |
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