Titolo film: |
Complicità e sospetti |
Opinioni presenti: |
12 |
Media Voto: |
6.5 - |
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Attenzione: nei testi delle seguenti opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.
Il parere di Pietro, 42 anni, Gessate (MI)
sensazioni intense |
Voto 8 di 10 |
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Un bel film veramente questo lavoro del raffinato Anthony Minghella,suo terzo film con protagonista o co-protagonista Jude Law("Ritorno a Cold Mountain"e"Il talento di Mr Ripley"), tutto giocato sul filo delle emozioni umane del rapporto di coppia uomo-donna, con una punta minima di azione, fatta di corti inseguimenti e acrobazie, e soffuso di erotismo in alcune sfaccettature di trama.
Bellissima la costruzione filmica del rapporto tra il protagonista e la convivente divorziata e che ha una figlia, non da lui, con delle difficoltà psichiche a dormire, mostrando che mentre ogni cosa sembra degradare verso la completa e totale distruzione di quel poco che rimane, parallelamente si formano insperati e contraddittori germogli per una nuova crescita proprio dove sembrava che ci fosse campo arido.
Il percorso del piccolo ladro si interseca con quello dell'affermato architetto, che con grande pregio Minghella tratteggia senza una facciata pulita e normale, e mentre uno ruba all'altro contemporaneamente tutti e due si donano per vie traverse qualcosa. Film di assoluta corrosione delle sicurezze, di ricerca dei sentimenti e che vuole aggrapparsi a dei valori che si sa che esistono ma non si trovano mai, si avvale della recitazione strepitosa di Juliette Binoche, qui nei panni inconsueti di una madre coraggio bosniaco musulmana. Espressioni intense, movimenti delicati e misurati, scoppi di rabbia e sguardi sognanti, un autentico carnet di recitazione a ventaglio totale.
Jude Law invece abbandona i panni del grande amatore bello e conquistatore per interpretare un tipo diverso di uomo che cerca la conquista non della bellezza ma di altri valori per completare la propria anima. Insicuro, maldestro nelle scelte, che fa del fascino che conserva un'ancora per arrivare senza mai però vedere il risultato di qualcosa. Sarà la semplicità e il vedere l'amore per il figlio da parte della donna bosniaca a portarlo verso la ragione e non il suo incedere con passi sbagliati.
Il film possiede una grande dote, di non voler mai esagerare nei toni per toccare lo spettatore, il ritmo è per lo più molto pacato e riflessivo, anche nei momenti di maggior vivacità il regista non perde il controllo e conduce il tutto verso un discorso di conoscenza delle emozioni per quanto accade e non di mera spettacolarizzazione.
Robin Wright Penn è la madre piena di ansie e di ticchi, preoccupata per la figlia, per nulla affascinante e depressa sia nelle fattezze che nei movimenti, che oppostamente a una mostrata voglia di lavorare chiude a tappo il rapporto con il convivente. Anche lei ottima recitazione, nelle sue ansie e nel suo vivere fatto di aria che manca, polmoni che non respirano come le città con sempre più cemento che soffocano i prati.
Il tema portante del film sono le troppe parole, parole dette dallo psichiatra inutlimente visto che scopriamo noi stessi meglio da soli che con l'aiuto di altri, parole di circostanza dette alla prostituta che beccheggiano senza senso,
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Questa opinione è stata scritta da:
Pietro
42 anni
Gessate (MI). |
(15 Febbraio 2007) |
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