...non ci sono parole per definire questa opera e questo genio...ho trovato tutti i momenti intrisi di arte ed emozione...sono commosso davanti a questo capolavoro...
È irritante e ipocrita, tutto quello che gli interessa è la sua anima da travestito.questo film è meglio di tutto su mia nonna, ma fa schifo lo stesso.
Amo, nel bene e nel male, Almodovar ed ero quasi sicuro di non sbagliare per quanto riguarda questo film. Se cercate le forti emozioni di "Tutto su mia madre" resterete delusi. Non perchè il film non sia emozionante, ma solamente perchè è diverso. La sceneggiatura è molto bella (se non sbaglio c'è una candidatura all'Oscar!!!); tutto è raccontato in modo lineare e solare dal regista con l'intenzione di non lasciare lo spettatore senza fiato (come spesso accade in alcuni suoi film più famosi). Questo film della maturità artistica di Almodovar è solo l'inizio di un altro suo periodo cinematografico; siamo molto curiosi della prossima avventura!
Incredibile la capacità di questo regista di tirare fuori storie sempre originali e commoventi.
Mi aspettavo un film dolente,ne è uscito invece un racconto vitale,commovente,affascinante.
Raccontare in questo modo la storia di due malate terminali è assolutamente geniale.
Ancora una volta è l'amore il tema.Amore senza confini,restrizioni,l'amore testardo e l'amore necessario,l'amore disinteressato e l'amore puro.
Magnifico.Azzardo un 10.
Il film viene proposto attraverso dei "quadri" che hanno per protagonisti marco e lydia, benigno e alicia ed infine marco e alicia.
quella che da tutti viene considerata una sorta di "vita non vita", ovvero il coma, per il protagonista benigno è fonte di vita stessa, attraverso il suo occuparsi della donna che ama egli riesce a dare un senso alla sua esistenza triste e solitaria. egli "parla con lei", le racconta tutto ciò che fa, va ad assistere ai balletti e ai film muti dei quali lei è grande appassionata, vive cioè la sua vita.
"parla col lei" dice a marco quando questi gli confessa di non riuscire ad avere un contatto con lydia, la considera ormai distante da lui e quando l'ex fidanzato della donna si ripresenta lui se ne va senza dire nulla, sentendosi di nuovo solo come quando l'ha incontrata per la prima volta.
protagonista è il linguaggio del corpo, sia quello statico delle due donne in ospedale, sia quello elastico di lydia nell'arena, che quello delle ballerine che benigno va a vedere.
e poi l'omaggio al film muto, non a caso l'insegnate di danza di alicia è geraldine chaplin, figlia del grande attore che creò il personaggio di charlot.
e poi l'amore ("l'amore è la cosa più triste del mondo quando finisce" dice ad un certo punto marco), l'amicizia, la passione, la solitudine ed infine l'oblio al quale si concede benigno nell'estremo tentativo di raggiungere la donna che ama.
pedro almodòvar è emozionante e altamente drammatico (come lo era stato nella sua precedente pellicola "tutto su mia madre") e solo come lui sa fare. i personaggi proposti sono meno grotteschi del solito, più umani e sensibili, in un storia non triste ma certo struggente.
alla pellicola è stato assegnato il golden globe 2002 come miglior film straniero e nel 2003 ha vinto l'oscar per la migliore sceneggiatura originale.