come tutti quelli che hanno letto prima il libro , pensavo che il film fosse deludente , ma il fatto che l'ho letto una quindicina di anni fa ha tolto un po' di ricordo , per
cui il film mi ha comunque commosso ed appassionato , specie per il coinvolgimento personale(ho una figlia adottiva, per cui do un bel 7
"se io diventerò l'eroe della mia vita o se quel posto sarà preso da qualcun altro, lo mostreranno le pagine che seguono."
questo brano di david copperfield di dichens, letto dal protagonista, nella prima parte del film, definisce il tema centrale di le regole della casa del sidro, il problema della responsabilità individuale rispetto alla propria esistenza e alle regole sociali.
tratto dal bestseller di john irving e sceneggiato dallo stesso scrittore, film ha avuto una gestazione piuttosto complessa: sono passati infatti 13 anni da quando irving ha iniziato a lavorare alla sceneggiatura fino a quando il film ha visto la luce. naturalmente, rispetto al romanzo, sono stati eliminati numerosi personaggi e diverse sottotrame, mentre il regista ha aggiunto un pizzico di humor e uno sguardo particolarmente sensibile al mondo dell'infanzia. e' un film elegante e patinato che abbraccia un ampio spettro di emozioni, coniugando commedia e melodramma, classicità e provocazione (temi scomodi, come l'aborto o l'incesto, sono trattati senza alcun pregiudizio). il tema è insolito e stoico per un film d'intrattenimento, dove in una qualità di fattura, senz'altro di prim'ordine, gli ambienti sono suggestivi.
nel mondo, secondo homer, diventare protagonista della propria vita, significa anche perdersi in un amore impossibile, tra le braccia della luminosa charlize theron.
il sidro può attendere.
Pochi hanno capito che la natura di questo film è comica e non drammatica. Una solenne e cinica presa in giro del mondo degli orfanatrofi e della condizione degli afroamericani a cavallo della seconda guerra mondiale.
Esilarante quando rappresenta gli orfanatrofi come una grande famiglia dove ci sono pochi genitori pieni d’amore (dottori e infermiere) e tanti figli che sono come fratelli l’uno per l’altro. Bambini (tutti bianchi) che sicuramente preferirebbero una adozione ma che comunque crescono bene e senza complessi tanto da augurare, senza invidia o rabbia, ogni fortuna a quelli di loro che riescono a trovarsi due genitori.
Impareggiabile poi la parte della bella vita di campagna nell’azienda agricola dove i neri sono amati e rispettati dai padroni bianchi che familiarizzano con loro come solo negli Stati Uniti degli anni ’40 e ’50 poteva succedere. La ragazza di colore che fa amicizia con la padrona e la bella protagonista entrambe bianche. Da loro va a prendere il the e riceve persino i vestiti! Un ragazzo bianco che lavora serenamente con quelli di colore e questi ultimi contenti di lavorare onestamente la sana e buona terra del frutteto senza lamentele sulla paga o sui loro diritti negati. Persone alla pari senza strani pensieri per la testa.
Naturalmente per essere verosimile la storia deve anche trattare delle cose brutte di questo mondo, come il fatto che i neri ogni tanti si accoppino tra loro in incesti bestiali ma che l’occhio benevolo dell’autore cerca di on giudicare troppo severamente fino a che sanno stare al proprio posto nella scala sociale.
Una bellissima favola edificante scritta dal Ku Klux Klan il cui titolo, più che “Le regole della casa del sidro”, avrebbe dovuto essere “Il lavoro rende liberi”.
Questo film ha la capacita di trasmettere a chi lo guarda che nonostante tutto qualcosa di buono in questa vita si puo ancora fare,raccontato in modo delicato ha un ottima regia e attori strepitosi.