Un viaggio nell'anima, nel pianto che vuole urlare, la giovinezza, i sogni spezzati, il male di vivere dopo la morte di un figlio.
Solo chi è genitore può immedesimarsi nella storia e capirla.
Splendidi i giochi di sguardi, l'alba,il silenzio dell'angoscia.
Vi sono due eventi principali nelle 2 ore di durata di questo film. O forse dovrei dire: "Vi sono 2 eventi, punto". Due uccisioni, per la precisione. La prima 20 minuti dopo l'inizio, la seconda a 15 minuti dalla fine. Prima, fra le due e dopo, solo noia totale. I primi 20 minuti sono preparatori per quello che sta per (prevedibilmente) accadere, ma in realtà c'è così poco che succede in questa prima fase, che ci si chiede perchè diavolo ci debba volere tanto per arrivare al punto. Dopo tanta attesa, finalmente, succede. All'inizio si partecipa al dolore dei personaggi, alla tragedia della loro perdita, ma dopo un po' il pathos si spegne, il tutto diventa così lento e ripetitivo da lasciare il posto a un tedio senza fine. Dopo un'ora di questa tortura, il secondo evento, la vendetta. Ma anche qui, la tensione dura una decina scarsa di minuti, per poi tornare al coma profondo che caratterizza il 90% di questo film. E mi spiace, ma le splendide prestazioni degli attori non bastano da sole a salvare questo mattone. I creatori di questa opera cinematografica sono riusciti nella non facile impresa di trasformare una tragedia di vita in un soporifero confrontarsi di un pugno di personaggi che fa calare la palpebra fin troppo in fretta. In una sola parola: evitatelo.
Mi spiace per chi ha trovato il film "noiosissimo", io mi sono lasciata trasportare da quei ritmi lenti, assaporandoli tutti, senza la frenesia di voler sapere come e quando finiva il film.
ho trovato splendida l'interpretazione di tutti gli attori, veri gli sguardi, le parole, i silenzi e, sì, anche la lentezza, perchè nella vita comune non esistono ritmi incalzanti continuamente, e l'oggi e il domani sono vissuti con i tempi lenti del quotidiano.
Se mai , l'unica cosa che mi piacerebbe far notare, è che più che "la stanza del figlio" di Moretti, il film mi ha ricordato molto "Un borghese piccolo piccolo", con le logiche differenze di epoche e culture italiane.Anche lì un figlio unico, una morte violenta, la disperazione di una famiglia "finita", un colpevole in giro, e la vendetta (per la verità molto più cruda) nel finale.
Ne approfitto : un bacio a Sordi......
questo sarebbe un film? manca di tutto. Intreccio e pathos poi sono completamente assenti. mi chiedo cosa volesse fare il regista visto che alla fine mi sono chiesto . film assurdo sotto ogni punto di vista. non mi sorprendo che sia stato candidato all'oscar(ben 5!!!!!). è già da qualche anno che i film in nomination sono delle vere e proprie fetecchie. però forse questo li ha battuti tutti.