Un film che nel complesso si salva ma che come al solito raffigura gli americani come gli unici, i soli eroi, al mondo. A parte questo ci sono scene di inseguimenti e combattimenti abbastanza studiati con qualche incongruenza. Nel complesso guardabile!!!
Film veramente bello che fa trasparire la ferocia dei serbi e di cosa sono capaci certi popoli, con la complicita` dell`indifferenza dell`europa.
alla fine l`america deve rimettere in moto la sua macchina da guerra, di nuovo in europa, per fermare il genocidio, in quanto il buonismo filo comunista preferisce le fosse comuni di migliaia di innocenti alla possibilita` di una guerra lampo contro un migliaio di assassini.
ma l`america non ci sta: non vuole perdere un suo pilota, non vuole sacrificare un suo figlio per i giochi politici di un ammiraglio francese pacifista, comunista che ha l`unico fine di far carriera.
il film "prende", non e` mai eccessivo, mostra sempre uno spirito di patria/corpo tipico di un grande paese, quali sono gli stati uniti.
e - per citare l`opinione su questo film espressa da alessandro, 15 anni, parma - veder morire, anche solo nella finzione, un bel po` di quegli cattivoni serbi, e` un gran piacere.
Credo che gli americani credano che il resto del mondo sia stupido! è un film che offende l'intelligenza delle persone e come sempre devono fare i supereroi addirittura siamo arrivati ad un omino made in u.s.a. che riesce a non farsi uccidere da un intero esercito! e questo è troppo! davvero troppo... ma alla fine tutti i film di guerra che fanno sono piu' stupidi di loro ad eccezzione di due film, il vecchio e memorabile full metal jacket di kubrick e l'impero del sole di spielberg... questo behind enemy credo che sta a dimostrare quanto gli americani si credano superiori di noi e ce lo sbattono anche in faccia senza ritegno... e il bello è che c'e' gente a cui piace anche!maperpiacere!
Questo film non si scosta molto dalla media di quanto, in questi ultimi anni, Hollywood ci ha proposto sul tema.
La crisi dei Balcani è solo un pretesto, un pretesto per raccontarci di come l'America fa quadrato attorno a se ed è disposta, anche contro i propri alleati, a fare tutto il possibile per salvare la vita di un suo pilota.
Ma nel far questo rischia di compromettere un delicatissimo trattato di pace che porterà finalmente speranza ad un popolo martoriato dalla più terribile delle guerre civili dei nostri giorni.
E questo film, per un attimo, sembra quasi riuscire a farci capire che gli americani non possono muoversi secondo la regola semplicistica del bene e del male, del buono e del cattivo, perchè nei Balcani tutti sono stati cattivi, tutti sono stati buoni.
E dopo un certo punto il film, da interessante, diventa banale e scontato scivolando, nella parte finale del salvataggio, nel ridicolo.
Peccato perchè gli interpreti ci sarebbero stati anche se Hackman non dovrebbe più prestarsi al ruolo banale e stereotipato del comandante (Allarme Rosso) o, in questo caso, dell'ammiraglio i*******o perchè se nel primo il ruolo paranoico del comandante era congeniale e funzionale a quello lucido e cosciente del secondo ufficiale Denzel Washington, in questo caso Hackman è irrealistico e fuori posto.
Peccato, ripeto, perchè il film, almeno inizialmente è originale e propone alcune sequenze interessanti.
La scena in cui si vede l'F-18 inseguito alle spalle dai SAM da cui tenta disperatamente di “sganciarsi” volando a bassa quota è di notevole impatto.
Ma ancora meglio è la sequenza dell'abbattimento vero e proprio quando l'aereo viene colpito e i due piloti si lanciano dall'abitacolo.
Ma non solo.
La scena in cui il pilota Burnett (braccato dalle milizie irregolari che lo vogliono vedere morto), riesce per l'ennesima volta a fuggire ai suoi aguzzini scambiando la propria divisa con quello di un miliziano è breve ma eccezionale perchè riesce a farci immedesimare nel protagonista.
La musica di Don Davis (Matrix) che qui, sinceramente, è spesso un pò banale e retorica, in questo caso descrive invece con un'efficacia inaspettata il dramma, la paura, l'angoscia, l'anelito alla libertà del fuggitivo Burnett.
Per concludere, al di la delle molte semplificazioni, incorrettezze e irritanti banalità, questo film è almeno appezzabile perchè cerca di descrivere la tragedia di un popolo che si è autodistrutto fisicamente e spiritualmente in un dramma collettivo esemplificato perfettamente dalla figura inquietante di Sasha (l’attore russo Vladimir Mashkov) l’uomo a cui il comandante Lokar affida i “lavori più sporchi” e che ha l’incarico di uccidere il pilota in fuga.
Credo che la sua determinata inespressività e la scellerata solerzia con cui compie il suo lavoro descrivi da sola cos’è stata la guerra nei Balcani: una guerra orrenda, cruda e spietata, senza vinti ne vincitori.
E ci riesce meglio di tutti.
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(6/10)
