Hardy, nei panni di entrambi i gemelli, il businessman Reginald e lo psicopatico omosessuale Ronald, è come sempre magnetico e regge praticamente tutto sulle proprie “quattro” spalle. Ma non basta. Il regista non sa davvero cosa vorrebbe raccontare. L'amore fraterno tra Reggie e Ronnie? Peccato che i due protagonisti siano troppo stereotipati per smuovere davvero qualcosa e toccare corde profonde, necessarie per far simpatizzare con loro il pubblico al netto delle loro terribili azioni. La storia d'amore tra Reggie e sua moglie Frances? Anche qui, Helgeland racconta la solita ascesa e caduta di un rapporto senza metterci un minimo di sensualità o trasporto. E quando arriva la crisi matrimoniale, il film perde improvvisamente momento, quasi che il regista si fosse reso conto di aver perso di vista il motivo che lo aveva spinto a scegliere questo progetto in primo luogo. Sembra assurdo, ma persino la violenza resta parecchio defilata, a parte un paio di belle sequenze.
Dopo la visione di questo film, resta veramente un'impresa negare l'incredibile bravura del nuovo divo londinese Tom Hardy. Un interpretazione brillante al quadrato, infatti la mission impossible di riuscire ad interpretare due gemelli, rendendone le differenze caratteriali credibili, rende questo film un chicca da non perdere. C'è da dire che portare avanti un film da soli resta veramente difficile, ma mr. Hardy è stato aiutato da una sceneggiatura avvincente e una buona regia.
Unica cosa che sento di consigliare al pubblico italiano? Guardatelo in lingua originale, il doppiaggio non rende giustizia al lavoro recitativo.
Buona visione ;)