""L'intervallo" è per me un film bellissimo. La Lucia di oggi è Veronica, una quindicenne di cui è invaghito un giovane boss della camorra, ma Veronica è fidanzata con un ragazzo della banda rivale. Veronica viene rapita, portata in un immobile cadente (credo un ospedale psichiatrico dismesso) e affidata in custodia ad un ragazzotto che ne farebbe volentieri a meno.. Tra i due, dapprima diffidenti, nasce un rapporto di simpatia, quasi di complicità, ma il film scivola verso il disncantato e logico finale. Nel sottobosco dei balordi non c'è Provvidenza che tenga e a trionfare è sempre la legge del più forte. Del film ho apprezzato l'interpretazione dei due giovanissimi,una fotografia stupenda che in certi momenti riesce a farci dimenticare l'orrore e lo squallore del luogo, con inquadrature di rara bellezza e tenerezza (il giardino, gli uccellini, il finto viaggio in barca, ma soprattutto la scoperta della cagna e dei suoi cagnolini). Un limite non da poco: i dialoghi in napoletano, ma un napoletano stretto ed incomprensibile, non quello solare e musicale a cui ci hanno abituato le canzoni e senza sottotitoli, o, nella copia che ho visto io, coi sottotitoli in francese.
Il regista Di Costanzo, al suo primo film e, evidentemente, servendosi di pochi fondi e di attori esordienti, è riuscito a colpire lo spettatore.
Per quanto il film sia in parte recitato in napoletano, ha riscosso un grande successo internazionale proprio per la profondità con la quale viene trattato un tema delicato come quello oggetto della pellicola.
Sono di Ischia, isola nella quale Di Costanzo è nato ma, prima di questo film, non avevo mai sentito parlare di lui.
Da vedere...