non ho letto il libro ma il film e' un discreto affresco sul mondo degli avvocati, talora caricaturale, a volte superficiale, ma in fondo piacevole. Volo e' simpatico e la francese Felix davvero affascinante.
Tutto sommato godibile.
Non ho letto il libro e probabilmente è per questo che sono nettamente in disaccordo con l'opinione precedente su questo film di cui io invece consiglio la visione: molto piacevole, non volgare, una bella storia ben sviluppata, una sensibilità sopraffine nella scelta delle riprese e dell'abbigliamento di tutti i personaggi! Oserei dire una piccola chicca di film! Meriterebbe un 8 pieno ma do 10 per alzare la media...
Giudico un film in base alle emozioni che mi comunica; ci sono film che fanno ridere, piangere, fanno riflettere, ti insegnano qualcosa, sono avvincenti, tengono col fiato sospeso o addirittura ti angosciano. Questo film non suscita nessun tipo di emozione, sceneggiatura scialba, Fabio Volo, che pure apprezzo come attore, svogliato e soporifero. Volevo andare a vederlo al cinema, ma il fato ha voluto che non ci andassi. Secondo me è tempo sprecato anche in home video. Sconsigliato.
Non ho letto il libro, ma la trama sarebbe stata anche interessante. Sviluppare un tema intorno al mondo degli avvocati che girano il mondo per conto di grandi società, il rapporto fra colleghi in ufficio.. insomma niente di tutto questo. Alcune scene sono a dir poco grottesche, come la prima in cui si suicida il collega o il rapporto con la segretaria svampita. Salvabile solo il capo e l'attrice francese. Che peccato!
Come rovinare il libro di Duchesne.
Fabio Volo è un avvocato credibile come una banconota da due euro. Pure il suo personaggio è tagliato male, borioso e perplesso dove Campi è lucido e distaccato. Fabio Volo ha sempre le solite due espressioni, ma ne usa soltanto una. Quella intelligente la tiene per il film con cui farà il botto!
Amelié è simpatica come una pedata nei coglioni, e da alcune espressioni pare che la Felix abbia imparato a recitare sulle colonne della "posta dei lettori" di Topolino.
Giuseppe, poverino, diventa la macchietta di se stesso, e nel libro era già una macchietta.
Fate voi.
La macchietta della macchietta.
Una sceneggiatura poco ispirata, da cui sono stati eliminati gli spunti divertenti del libro, come i dialoghi davanti alla macchinetta del caffé e la (dis)umanità dello studio.
Rimane solo Giovannino, poverino, unico personaggio in grado di strappare una risata al malcapitato spettatore.
Una risata rassegnata, come quando il commercialista ti dice che potrai scaricare l'abbonamento del tram.
Operazione commerciale poco riuscita, dove Baccomo acconsente allo stravolgimento della trama originale in cambio di un cammeo che francamente si poteva risparmiare.
E dei soldi, è chiaro.
Chi non si farebbe stuprare il proprio libro in cambio di soldi, d'altronde.