confesso che è difficile scrivere una recensione, benchè personale per i film prodotti dallo studio ghibli. I ricordi vagano fra le più incantevoli inquadrature di questo film e degli altri già visti tempo addietro. L'emozione è forte e spinge a cercare parole che non devono limitarsi a tessere le lodi di questa fine trasposizione. Che fare? Lascio a in dono a chi mi leggerà questo interrogativo.
Ci sono film che per un qualche motivo rimangono isolati, a disposizione di pochi, pochissimi eletti col privilegio di godere delle loro bellezze. Un raro e moderno giardino dell'Eden sboccia di fronte agli occhi nella periferia giapponese e brilla di luce propria. Ci sono gemme che rimangono incastonate in un etereo albo riservato solo a poche pellicole che scaldano il cuore in novanta minuti.
Kari-gurashi no Arietti è un capolavoro di rara ma eterna bellezza: perfetto nella forma, nella sostanza, nelle simmetrie e nei colori ancora una volta resi vivi da un genio e il suo apprendista.
Possiamo solo dire grazie.
Lo studio Ghibli aggiunge alla sua collezione un'altra perla, un film delicato, fine, profondo.. Notevole, come ogni volta, è la cura ai dettagli, al paesaggio e soprattutto ai significati che lascia la storia raccontata.
Sembra scontato da dire ma mi riesce molto difficile scegliere tra i film di Miyazaki. Tutti, indistintamente, mi hanno regalato emozioni che vorrei raccontare. Stavolta ho scelto l'ultimo capolavoro in ordine di tempo, perché mi ci sono immedesimata come mai prima. Ho trovato Arrietty una trasposizione cinematografica semplice e fedele di tutto ciò che è la vita. E' questa una delle qualità che più ammiro di Hayao Miyazaki: riuscire a metterci di fronte alla realtà in modo diretto ma al tempo stesso incredibilmente gentile, tanto che non ce ne accorgiamo subito. Solo quando termina il film ci ripensiamo su e capiamo che abbiamo vissuto in una fiaba anche per i grandi, i cui contenuti coinvolgono emozioni che vanno al di là di semplici "innamoramenti" o "amicizie". Come si usa dire, è "una questione di punti di vista", e lo Studio Ghibli non vede le cose solo in bianco e nero, ma ci ricorda sempre che al Mondo esistono anche diverse sfumature. Quindi diciamo che potremmo definire Arrietty come la storia di un legame profondo; ma non solo. E' la paura di crescere che abbiamo provato tutti. E' la paura del domani e la voglia di affrontarlo a testa alta che tutti continuamo a provare ogni giorno. Spesso non mi capacito di come con tanta delicatezza si possano trasmettere sensazioni così forti. L'unica piccola pecca di tutto il film potrebbe forse essere la sua conclusione, che ti lascia un po' di amaro in bocca per le vicende che restano in sospeso. Ma dopotutto, c'è da chiedersi, c'era forse un finale migliore? Credo che nessuno sarebbe stato in stile Miyazaki come l'attuale.
Francesca Bartalucci, 21 anni, Monteriggioni (Si).