Riesce a trattare in modo leggero e anche spiritoso il tema del confronto generazionale in un tempo (quello che stiamo vivendo) in cui il mondo subisce cambiamenti repentini sotto tutti i punti di vista e l'istituzione "famiglia" spesso e volentieri non sta allo stesso passo.
Spunto originale,le equazioni sociali tra noi cinquantenni ed i nostri figli a volte ritornano nell'aver mal gestito le cose che i givani di questi film ci denunciano tuttavia toccherà da oggi a loro ad aver la forza ed il coraggio di far meglio di noi,davvero auguri ragazzi!tornando al film carina la metafora che il suocero diventa figlio,è decisamente la cosa che mi ha colpito di più,il magnetismi di jannacci è disarmante.consigliato a tutti.
Un film molto piacevole: esasperato nelle situazioni e a tratti nella recitazione. Anche per questo risulta di sicuro effetto in quanto riesce a stimolare la riflessione senza opprimere, a scardinare modelli senza risultare bacchettone. Una trama ben studiata, a volte banale a volte eccessiva, ma non per questo poco efficacie. Fila via liscio riuscendo a far sorridere in più occasioni. Quasi sempre riesce a far pensare. Ho trovato encomiabile la recitazione di molti degli attori partecipanti (tutti capaci e ben diretti). Un bel film italiano diverso dai soliti, a mio modesto avviso, molto ben riuscito. Lo consiglierei sicuramente agli amici, mi spiace leggere molte stroncature un pò eccessive.
Penso che da un certo punto di vista sia possibile paragonare la visione di un film alla bevuta di una bottiglia di vino.
Molti amano intrattenersi in disquisizioni su supposti sentori di lampone piuttosto che di liquirizia e, analogamente,nel caso di un film c'è sempre chi si avventura in valutazioni da consumato critico cinematografico.Ma il piacere,l'emozione e quella sensazione di gratificazione che spesso non riusciamo neanche ad elaborare che fine fanno?Molto spesso un vino è buono semplicemente perchè ci piace come un film è bello semplicemente perchè ci emoziona ci evoca
ricordi,persone care ci propone una qualche riflessione.
Per questi motivi trovo che "La bellezza del somaro" sia semplicemente un bel film.
Ci tenevo a vedere il film "La bellezza del somaro", di Sergio Castellitto per fare un ultimo omaggio a uno dei miei cantanti preferiti, il grandissimo Enzo Jannacci e il film mi è piaciuto moltissimo. Come in un pirandelliano gioco delle parti si mettono in luce, in maniera a volte realistica, ma più spesso surrreale e caricaturale tutti i luoghi comuni sui vecchi, sui giovani, sulle varie professioni (dalla psicologa alla preside, a quello che è il lavoro più difficile: il genitore), sulle idee politiche, sull'ecologia, sulla droga e via discorrendo. Il fascino del film sta in questo continuo deja vu, in questo accavallarsi di situazioni paradossali, ma ben radicate nella nostra esperienza quotidiana. Certo il rischio di cadere nella farsaccia trash è sempre presente, ma Castellitto riesce a volare alto dominando una materia non sempre facile (gli perdoniamo qualche torta in faccia e qualche strillo di troppo...). Eccellenti le interpretazioni dei protagonisti, da Castellitto alla Morante alla ragazzina. Indimenticabile l'interpretazione di Enzo Jannacci che già nell'Udienza di Marco Ferreri aveva dimostrato di essere un grandissimo attore. (Non mi aveva convinto invece nel meno conosciuto "Figurine"). Sinceramente non ho capito il significato del titolo...