Siamo tutti concordi nel definirlo NON capolavoro, ma neanche così flop da meritare di essere cestinato. Certo, i temi della disperazione che spinge al suicidio chi avrebbe 'potuto' vivere a lungo, e della malattia che invece si porta via chi 'avrebbe' voluto vivere a lungo...non sono molto digeribili....ma non per questo vanno evitati. Bravi gli attori, bene lo scorrere del film che ti lascia alla fine un misto di tristezza e serenità interiore. Magari mi sbaglio, magari no.
Un ferroviere, amante del proprio lavoro, è protagonista di un brutto incidente sul lavoro: una donna malata, proprio mentre transita il treno, si ferma con la macchina sui binari, in attesa dell'inevitabile impatto. Sulla macchina c'è anche il figlio che, tuttavia, riuscirà a liberarsi in tempo della cintura di sicurezza e a salvare se stesso da una morte inevitabile. Il ragazzo, rancoroso verso il ferroviere e ormai orfano, troverà conforto proprio nell'affetto della moglie del ferroviere, malata terminale, e di quest'ultimo. Il film è tremendamente noioso, i dialoghi stanchi e stantii, Kevin Bacon (poco convinto della sceneggiatura approssimativa) interpreta un ferroviere legnoso e senza emotività. La drammaticità è sospinta a livelli estremi, quasi si voglia forzatamente commuovere lo spettatore (ormai assonnato). La regia è affidata alla figlia di Clint Eastwood che, sinceramente, del padre ha solo il nome. Evidentemente anche a Hollywood la nostrana cultura dei 'figli di papà' sta prendendo piede... Non poteva che essere un flop. E flop è stato.