Ho guardato questo film senza grosse aspettative.L'inizio sembra banale e senza una precisa direzione.Poco alla volta si viene trascinati in una storia allucinante carica di sentimenti contrastanti quasi poetici,in contrasto con una crudezza che tiene con il fiato sospeso per tutto il film che,ricordiamolo,è girato interamente in un carcere, e qui va un plauso al regista che riesce a fare a meno di tutti quegli orpelli a cui ci ha abituato il cinema americano.
Era da tempo che non vedevo una storia così intensa e coinvolgente.
Complimenti..
Voto 10.
Emozionante e spietato sono gli aggettivi che distinguono questa pellicola di rara bellezza, grazie anche al regista-sceneggiatore Monzòn che ha saputo amalgamare un affiatatissimo cast di ottimi attori ... da non perdere !!!
Concordo pienamente con la recensione. Ottima pellicola da tutti i punti di vista. Recitazione impeccabile, trama avvincente e coinvolgente, finale drammatico, personaggi ben sviluppati e definiti.
Uno dei migliori film che ho visto quest'anno!
Da più di un anno frequento le carceri di Milano, prima come tirocinante e ora come volontaria. Questo film esemplifica bene, in modo simbolico, una grande verità, non esistono buoni e cattivi, ma solo persone che fanno delle scelte.
Le scelte che facciamo possono ampliare o restringere i nostri orizzonti, possiamo fare delle scelte che ci fanno cadere pesantemente a terra, ma possiamo anche decidere di riprenderci la responsabilità della nostra crescita. Ovviamente sono necessarie le condizioni adeguate perché ciò possa avvenire. Quali sono queste condizioni? Queste sono le domande che si pongono con noi i detenuti del Gruppo della Trasgressione.
Devo dire che ho trovato un pezzo della mia esperienza in questo film, in particolare il superamento della sterile divisione tra buoni e cattivi. Perché ad un certo punto ti accorgi che tale suddivisione non è poi così scontata e l'unica cosa che resta da fare è stare dalla parte degli Uomini. Dove "gli Uomini" sono coloro che si impegnano a costruire, siano essi guardie, detenuti, psicologi, studenti, insegnanti, magistrati e tutte le altre persone che ogni giorno entrano e escono dalle carceri italiane. Juan, una guardia, uccide un'altra guardia mosso dal rancore, Malamadre, un detenuto, perdona Juan quando scopre che l'ha ingannato. Chi è il buono e chi è il cattivo? Entrambi hanno commesso degli errori, entrambi soccombono, ma non c'era forse un modo per salvarli entrambi? Forse cominciando dal principio. Forse iniziando a "rieducare" per davvero il detenuto (come vuole la legge e la costituzione) invece che rinchiuderlo in una gabbia che alimenta il suo rancore fino all'esplosione della rivolta, esteriore nel film, interiore tante altre volte.
Il problema è che solo gli uomini possono essere rieducati. Allora bisogna chiedersi se il detenuto è un uomo. Come me? Come te?