"Dies Irae" l'avevo già sentito durante il famoso Fantozzi della corazzata Potemkin anche se il mitico ragioniere diceva che durava 6 ore. In verità dura circa un'ora e mezza ed è uno spaccato credibile del terribile periodo storico della caccia alle streghe qui ambientato in Danimarca nell'anno 1623. La storia in breve narra dell'amore impossibile di una donna (Anne)maritata con un reverendo( il quale salvò la madre di lei dall'accusa di stregoneria), infatuata del figlio di primo letto di lui. Il finale sarà tragico.I protagonisti sono ieratici nel solco della tradizione dei film nordici di cui il regista Dreyer era l'indiscusso capostipite, si rileva una certa staticità della recitazione e dei piani sequenza quasi a simboleggiare dei dipinti della scuola fiamminga. Insomma un film non facile, molto lento, girato in un complesso periodo storico (in Danimarca nel 1943 occupata dai nazisti) in cui probabilmente gli orrori del nazismo vengono associati ai cosidetti tribunali dell'inquisizione e al cieco fanatismo religioso che attaccava soprattutto le donne. Capolavoro senza tempo. Voto 10
Ero curioso di vedere questo film, con la pessima fama derivante dalla pellicola di Fantozzi. Ebbene, penso che Villaggio si debba scusare per questo che, contestualizzato, è sicuramente un capolavoro anche se con una sensibilità moderna perde forse qualcosa. Asciutto, essenziale, recitato e ambientato in maniera estremamente sobria (ma da questo deriva una grande forza espressiva). Il film è piuttosto breve e vale senz'altro la pena di guardarlo (non sono un esperto di storia del cinema, ma forse anche da lì si possono trovare le origini del grande cinema scandinavo).