Mi sembra piuttosto evidente...unica nota stonata la voce fuori campo, per il resto un bel film, degno di Haneke, che facilmente fa riconoscere il suo marchio.
Lento? Non direi proprio, è evidente che chi lo ritiene lento non sa proprio cosa siano i film lenti!!! Non avrà il mordente di un thriller, ma forse semplicemente perché non è un thriller?
E per chi lamenta eventuali situazioni rimaste inconcluse, non spiegate o quant'altro, ripeto che è evidente che non conosce haneke (provate a vedere caché...! Bellissimo fra l'altro, consiglio). E poi dai, è possibile che ancora oggi si continua a votare la sicurezza, la disciplina, come diceva il vecchio faber? Basta spaventarsi di fronte a film senza una trama particolare, o dove qualcosa rimane insoluto, uscite un po' dagli schemi!!
voto 7.5, ma dò il massimo per alzare la media
vincitore della palma d'oro al festival di cannes del 2009.
sempre solito clichè : film osannato dalla critica e vincitore di premi ma il risultato di pubblico in sala è piuttosto basso.
forse i critici riescono a vedere quando un film ha uno spessore mentre la maggior parte del pubblico italiano riesce solo a capire i film di natale e similari?
purtroppo ho paura di si.
film eccelso. recitazione e regia ad altissimi livelli.
Studiato ad hoc, con quel bianco e nero studiato, Hanneke ci mostra un pezzo di Germania del Nord del 1913, all'inizio della prima guerra mondiale.
FIlm molto forte, disturba il veder prevaricare i "maschi" insensibili su povere donne e bambini indifesi.
Il messaggio di rigidità ed il clima pericoloso già fa intendere l'animo tedesco.
Spaventoso. Splendido. Non per tutti.
Nulla da aggiungere al riguardo.Forse non è per tutti i palati ma chi ama il cinema non può perdersi questo straordinario capolavoro. Grande Haneke.
Emozionante e riflessivo.
Lo sguardo di Haneke cattura e registra dietro la mdp ogni volto, luogo, espressione e silenzio. Costruisce le relazioni sospese nel terrore, tra individuo e collettività, in ordine a rapporti sociali soffocati da sensi di colpa, da comportamenti incestuosi e falsi ideali e dettami religiosi. Qualsiasi comportamento che persegue un’idea assoluta , alla fine è sempre causa di distruzioni sociali e comunitarie. Ed è proprio questo il messaggio del film “Il Nastro Bianco”, dove il bianco è indice di purezza e di innocente sensibilità fanciullesca, che qui viene manipolata, vessata e resa buia e violenta. Due ore e venticinque mn caratterizzati da uno stile costruito su intensi contrasti di luce in bianco e nero, con luoghi in ombra tagliati da luci trasversali ed una cinepresa che sta molto vicina ai personaggi, quasi sulla pelle. Stile che ricorda senza dubbio il cinema del grande maestro svedese Ingmar Bergman. E come Bergman, Haneke adatta il film alle figure degli attori, ai loro corpi e volti, riuscendo in un linguaggio comunicativo di grande effetto e pregio artistico.